Scuola, riforme, cattivi pensieri ed altro

I debiti del Signor Catalano.

Gigi Monello Insegnare stanca, Scepsi & Mattana Editore, 15/10/2007

 

Se è vero che l'umorismo aiuta a cogliere le profondità degli uomini, gli ex ministri D'Onofrio e Berlinguer non devono averne mai avuto abbastanza. Diceva Catalano, l'indimenticabile "filosofo dell'ovvio" della banda Arbore, "È molto meglio lavorare poco e fare molte vacanze, piuttosto che spremersi tutto l'anno e non uscire mai di casa". Sono dovuti passare 13 anni, mezza dozzina di governi, ministri e ministre, valanghe di commissioni, montagne di circolari; ma - soprattutto - sono dovuti uscire dalla Scuola superiore italiana svariati milioni di ignoranti, prima di arrivare alla più ovvia delle conclusioni: la solenne corbelleria introdotta 13 anni fa, il sistema dei debiti, ebbene sì, è provato: era una corbelleria. Indietro tutta: tornano gli esami di riparazione. Alla buon'ora. Meglio tardi che mai. Se non giungeranno modifiche snaturanti, è il primo serio segnale dell'incrinarsi dell'era Berlinguer. L'epoca funesta del Romanticismo da supermarket, l'età del buonismoprogettismo, un micidiale mix di velleità, fumosità, ipocrisia, e molta terrena furbizia.

Per tredici lunghi anni abbiamo avuto la scuola del "Noi ci fidiamo": vi amiamo, ragazzi, la nostra missione (con l'incentivo un tanto all'ora) è il vostro "successo formativo"; vi amiamo talmente tanto che neppure vogliamo che si sappia in giro dei vostri 4. Vi promuoveremo un po' imbronciati, con il 6 rosso; tanto per ricordarvi che "avete il debito". Sennonché, le parole - come i principii - godono, in Italia, di una speciale elasticità: i debiti della scuola, a differenza di quanto succede nella vita, possono anche non essere pagati. Quanto sia stato devastante un tale messaggio, mandato a soggetti in formazione, è cosa che andrebbe chiesta a ministri ed "esperti".

È stata la scuola dell' "Abbiamo paura": abbiamo paura, ragazzi, che vi possiate annoiare mentre ci ascoltate, possiate lasciarvi andare, perdervi sulle vie del male. Del resto, come si può avere il coraggio civile di sfinirvi con cose cervellotiche come Fisica e Filosofia, quando in tv trovate "L'Isola dei famosi" e "Amici"? Cioè il puro Nulla trasformato in qualcosa. Ecco, allora, ogni Scuola buttarsi a compilare il suo bravo catalogo degli allettamenti: s'è visto proprio di tutto in questi anni, dai corsi di yoga alle piante officinali, dai "suoni del territorio" al body building, dalle "fattorie didattiche" alla psicologia stile scientology. Sempre con ovvio - piccolo ma immancabile - obolo per Dirigenti e Referenti. È il mitico POF, il pomposo Piano dell'Offerta Formativa; il nuovo modo di fare scuola che doveva cambiarci la vita (bastasse cambiare i nomi delle cose per cambiare le cose...). Ne è derivata la più ignobile umiliazione del lavoro d'aula, la più vergognosa mortificazione di ciò che veramente conta (e resta) della Scuola, la trasmissione dei contenuti disciplinari. Il sapere, cioè.

Il vizio d'origine del Berlinguerismo è stato la visione angelicata dell'allievo, il non capire il suo status di essere fluido, magmatico, contraddittorio, in bilico tra razionalità e istinto, regole e astuzia vitale, coscienza e senso pratico; il pensarlo limpido, stabile, padrone di sé. La cecità di fronte alla componente testardamente utilitaristica presente nei comportamenti umani; fatalmente destinata a prevalere (nei più), in assenza di una sanzione che "parli il linguaggio dei fatti". Capolavoro ideologico di questa epoca sciagurata è stato il celebre Statuto dello studente e della studentessa (notare la untuosa astratta parità), dove ogni asimmetria docente/discente è totalmente persa: recita l'art. 2, comma 4: "Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della Scuola. (...) i docenti attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, (...) di criteri di valutazione (sic), di scelta dei libri e del materiale didattico". Che tradotto in italiano corrente significa che il valutando può anche influire sulla valutazione... Come dire che il malato può metter becco nelle decisioni del medico; e il calciatore in quelle dell'arbitro. Dieci anni di inestimabili danni. Ora la demenziale cuccagna pare finire. Chiude il paese dei balocchi. Speriamo sia vero.

Ciò che Max Catalano flemmaticamente sosteneva nelle mitiche nottate Rai, sembra trionfi in tutta la sua irresistibile ovvietà, "È molto meglio essere promossi ogni anno con tre debiti senza mai essersi consumati gli occhi sopra i libri, piuttosto che esserlo senza alcun debito, ma avendo sciupato le migliori ore della propria vita".

A volte i suonatori di tromba capiscono più dei ministri.