Quei decreti legislativi Moratti sani e vegeti.
da
Tuttoscuola, 9/11/2007
La discontinuità con il precedente
ordinamento targato Moratti era uno degli obiettivi dell’Unione
durante la campagna elettorale di un anno e mezzo fa. L’ala più
radicale della coalizione chiedeva addirittura l’abrogazione della
legge Moratti e di tutti i suoi decreti legislativi di attuazione.
Come è noto, l’operazione cacciavite del ministro Fioroni è servita
inizialmente per ritardare il sistema in alcuni aspetti
amministrativi, lasciando intendere interventi più organici sul piano
legislativo, per preparare i quali si è provveduto innanzitutto a
prorogare di un anno e mezzo i termini per riformare i decreti
legislativi morattiani già emanati.
Le prime proroghe, riguardanti i decreti sul diritto dovere e
sull’alternanza scuola lavoro, non sono lontane dalla scadenza (metà
maggio 2008), ma non vi sono segni che facciano pensare ad una loro
modifica che, tra l’altro, diventerebbe molto difficile da attuare in
soli sei mesi di tempo.
Le altre due proroghe, riguardanti la riforma del secondo ciclo e la
formazione universitaria, hanno un anno di tempo per essere attuate,
ma, anche per queste, non vi sono segni che facciano pensare alla
volontà del ministro Fioroni di utilizzare la procedura delegata per
emendare e integrare. Modificare i decreti legislativi Moratti
significa pur sempre rimanere all’interno della filosofia di quella
riforma secondo i vincoli della legge delega.
Meglio, dunque, agire in autonomia, ad esempio, con le leggi
finanziarie e con qualche decreto legge, senza avere vincoli o
dipendenze dalla precedente riforma.
Se i vecchi decreti legislativi – come sembra - non verranno
modificati, rimanendo in vigore nella loro attuale stesura, bisognerà
però fronteggiare un rischio: che si creino disorientamenti, come in
parte sta succedendo attualmente con il decreto legislativo (e
relative indicazioni nazionali) sulla scuola dell’infanzia e sul primo
ciclo.