Ritorna il MIUR?

da Tuttoscuola, 7/11/2007

 

Come andranno a finire le centinaia di emendamenti presentati da maggioranza e opposizione alla Finanziaria 2008? Difficile da prevedere.

Ma su un emendamento le volontà manifestate nei giorni scorsi sembrano convergere: il numero dei ministeri dovrebbe essere drasticamente ridotto. Con qualche voce dissenziente, come quella di Emma Bonino, che ha dichiarato: "non conosco altro Paese al mondo in cui per legge si impongano al premier non solo i numeri della sua squadra ma anche come la deve organizzare", parlando di "demagogia dilagante". Forse il problema non è il numero ma la coesione e l’unità d’intenti dei componenti della squadra.

In ogni caso sembra certo che la riduzione si farà e riguarderà, di conseguenza, il ministero della pubblica istruzione, a cominciare dal fatto che, come per altri ministeri accorpati, i sottosegretari si ridurranno solo a due.

Non è una novità. Con la riforma Bassanini della fine degli anni ’90 i ministeri dell’istruzione, dell’università e della ricerca vennero accorpati in un solo ministero sotto la sigla MIUR, che cancellò la vecchia denominazione di MPI, ministero della pubblica istruzione.

L’emendamento concordato al Senato prevede ora proprio un ritorno a quel passato: Istruzione, Università e Ricerca torneranno ancora insieme con una sigla che probabilmente cancellerà nuovamente il MPI, che era stato reintrodotto un anno e mezzo fa.

Ironia della sorte: un governo di centrosinistra otto anni fa cancellò, forse per ragioni di acronimo, l’aggettivo "pubblica" dall’istruzione (una cancellazione che venne da alcuni erroneamente imputata al successivo ministro del centrodestra); ora, ancora una volta, un governo di centrosinistra crea le premesse per reiterare una cancellazione analoga verso il "pubblica", nel frattempo ripristinato a furor di popolo (di sinistra). In ogni caso l’accorpamento di ministeri voluto dalla Finanziaria si applicherà con il prossimo esecutivo. Se dovesse essere di centrodestra, si prenderà ancora una volta la colpa di avere cancellato l’aggettivo "pubblica" dall’istruzione?