Disabili, pochi insegnanti di sostegno.
IL CASO. Protesta dall'associazione
Fish, e ci sono problemi anche con i trasporti Marina Rosset dal Corriere delle Alpi del 10/11/2007
BELLUNO. «Trasporti e insegnanti di sostegno non sono adeguati alle esigenze degli studenti disabili». La Fish (federazione italiana per il superamento dell'handicap che raggruppa associazioni legate ai temi della disabilità) fa sentire la voce delle associazioni bellunesi federate. Ieri, a spiegare le condizioni d'accesso all'istruzione dei ragazzi disabili in provincia di Belluno, sono stati Ivano Platolono, presidente regionale Fish e Milena Fistarol, esponente dell'associazione Primavera. «Il trasporto scolastico per gli studenti delle superiori è a carico delle Province». Ha esordito così Platolino, spiegando che questo punto «è chiaramente definito da una legge regionale ed è stato ribadito dall'assessore alle politiche sociali Stefano Valdegamberi in un incontro cha abbiamo recentemente avuto con lui». Con queste affermazioni la Fish intende mettere chiarezza sulla questione che vede contrapposte amministrazioni comunali e Provincia sulle competenze.
In merito agli insegnanti di sostegno, la
questione è presto detta: le esigenze continuano a crescere, mentre i
posti sono stati tagliati. A spiegare la ricaduta nel Bellunese è
intervenuta con forza Milena Fistarol: «A fronte di un aumento del
venti per cento degli alunni che hanno bisogno di un insegnante di
sostegno, c'è stato un taglio netto degli insegnanti preposti», ha
spiegato il membro dell'associazione Primavera che si occupa di
bambini e ragazzi con diverse disabilità. Stando ai dati forniti dal
Ministero della pubblica istruzione, i ragazzi con handicap
certificato in provincia di Belluno sono quest'anno scolastico 550.
Nell'organico di diritto però compaiono solo 171 posti per insegnanti
di sostegno. Il numero è poi lievitato fino a 283 con l'aggiunta dei
112 posti in deroga, per un totale di un insegnante ogni 1,94 alunni.
«Ai “certificati”, quelli disabili dalla nascita che quindi si sa che
a sei anni arriveranno alle elementari, a 11 alle medie e a 14 alle
superiori, si aggiungono sempre più casi di bambini e ragazzi con
disagio che rientrano sotto la sfera delle competenze dell'insegnante
di sostegno», ha proseguito Fistarol. «Se si pensa che gli insegnanti
di sostegno vengono chiamati anno per anno senza assicurare la
continuità formativa, che, per attuare quella mediazione e
integrazione che i ragazzi disabili devono avere con la classe, devono
sostenere anche le necessità manifestate dai bambini con disagio e
infine che ce li stanno sempre più riducendo... Il quadro è molto
incerto». E nella vita delle famiglie con ragazzi disabili, questo
significa spesso portare i figli a scuola dopo oppure andare a
prenderli prima, «perché quando non c'è l'insegnante di sostegno in
aula il ragazzo non può rimanere». |