Il servizio bilancio di Bertinotti denuncia:
non ci sono le risorse necessarie per il 2007

Natale senza soldi, si va a febbraio.

Slittano gli aumenti promessi per dicembre a docenti e bidelli

da ItaliaOggi del 13/11/2007

 

Una corsa a perdifiato, quella dei sindacati della scuola e dell'Aran, l'agenzia governativa per il pubblico impiego, per rinnovare il contratto 2006/07 lo scorso 7 ottobre e così dare già a dicembre una fetta degli aumenti a circa 1 milione di lavoratori, tra insegnanti, bidelli e segretari. Ma la corsa è stata vana. Natale passerà senza un becco di un quattrino in più. Per avere gli aumenti, a regime circa 140 euro al mese per gli insegnanti e 100 euro per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo, e gli arretrati, ovvero circa 1.800 euro lordi per i prof e 1.400 euro per gli Ata, bisognerà aspettare almeno febbraio. E non è solo una questione di procedure, visto che i controlli di rito del nuovo contratto, prima della firma definitiva (tassativamente entro il 1° dicembre prossimo), sono ancora in corso. È soprattutto una questione finanziaria. Già, perché i fondi stanziati con il decreto legge fiscale (Ac 3194) per pagare subito un prima tranche di aumenti per l'anno in corso (quelli dovuti a decorrere dal febbraio scorso) non bastano. A denunciarlo il servizio bilancio della camera, che ha all'esame il dl dopo l'approvazione da parte del senato. Gli uomini di Fausto Bertinotti hanno evidenziato che con l'articolo 15 del decreto si determina un volume di impegni di spesa non congruo rispetto all'autorizzazione di spesa contenuta nello stesso dl, pari a 1 miliardo di euro. I conti sono presto fatti: visto che i ministeriali hanno già rinnovato l'intesa e intascato l'aumento, non avanzerebbero risorse sufficienti per dare il dovuto anche alla scuola, se questa dovesse andare all'accordo finale entro il 1° dicembre. Mancherebbero all'appello, secondo alcune stime ufficiose, circa 800 milioni di euro ulteriori. Appare «problematico che, con quanto residua successivamente a detta erogazione», ovvero ai ministeriali, si legge nella relazione, «si possa far fronte al complesso degli oneri derivanti da un eventuale rinnovo del contratto relativo al comparto scuola. Sul punto appare necessario un chiarimento da parte del governo».

Insomma, bisogna a questo punto aspettare l'approvazione definitiva della Finanziaria, visto che sono altamente improbabili sia una proroga del termine ultimo per il contratto, sia, soprattutto, un rimpinguamento dei fondi. E la Finanziaria potrebbe, alla luce delle forti tensioni che ci sono nella maggioranza e del labor limae a cui è continuamente sottoposta, tirarla per le lunghe, ovvero essere approvata dopo il 20 di dicembre. Questo significherebbe che aumenti e arretrati arriverebbero a febbraio.