Tutti d'accordo, più sport alle elementari.
Basta con la ginnastica fai-da-te servono
docenti Isef
La Stampa del
26/11/2007
ROMA
Mens sana in corpore sano. Fin dalle elementari. Però basta con la
ginnastica fai da te, basta con le maestre di italiano o di matematica
che si improvvisano insegnanti di educazione fisica. Per un corretto
insegnamento della materia ci vogliono gli esperti: i diplomati all’Isef
o i laureati in scienze motorie. Ne sono convinti i parlamentari, di
maggioranza e opposizione, che hanno sottoscritto le quattro proposte
di legge presentate alla Camera e al Senato “per lo sviluppo
dell’educazione motoria e sportiva nella scuola primari”. Tre delle
quattro iniziative legislative sono state depositate a Montecitorio,
due da Alleanza nazionale e una dall’Udeur. L’unico ddl presentato a
palazzo Madama è dell’Ulivo.
«La scuola primaria deve offrire un’educazione sportiva che non sia
solo attività motoria, perchè l’importanza delle attività presportive
e sportive per i bambini è fondamentale sia per le positive
ripercussioni sulla salute psicofisica, sia per l’alto contenuto
educativo che possono esprimere, dal rispetto delle regole e
dell’avversario, alla lealtà e alla capacità di cooperazione», spiega
il portavoce di An Andrea Ronchi, primo firmatario di una proposta di
legge sottoscritta anche dal capogruppo alla Camera Ignazio La Russa.
È indispensabile, però, integrare l’organico del corpo docente con
laureati in scienze motorie o diplomati all’Isef, nella misura di uno
ogni venti classi. Ed è necessario istituire il “laboratorio di
educazione sportiva”, per un monte ore, relativo all’intero corso di
studi, pari ad almeno 165 ore.
L’attività del laboratorio, spiega Ronchi, è finalizzata a promuovere
la pratica sportiva «affinché diventi abitudine di vita»; a «esaltare
il valore educativo dello sport nei suoi aspetti comportamentali e
socializzanti»; a sviluppare una competizione politically correct,
oltre che ad offrire l’opportunità di partecipare ad attività sportive
agli studenti che non praticano attività sportive al di fuori
dell’ambito scolastico.
«L’attività sportiva rappresenta uno strumento educativo niente
affatto secondario, in quanto volta a garantire un armonico sviluppo
psicofisico dei giovani sin dalla primissima infanzia», sottolinea
nella sua proposta Gino Capotosti, giovane deputato dell’Udeur,
secondo il quale un adeguato numero di ore di educazione motoria
gestito dagli specialisti servirebbe anche a contrastare sia i
numerosi casi di sovrappeso e di obesità che si riscontrano tra gli
studenti della scuola primaria, sia «quelle cattive abitudini che
vedono sempre più bambini abbandonare i campi da gioco e gli spazi
aperti per sostituirli con i giochi al computer o con l’ormai
diffusissima playstation».
Ma anche per il parlamentare del Campanile occorre integrare il corpo
docente con «le giuste professionalità in grado di garantire ai più
piccoli una corretta e funzionale esperienza formativa in questo
settore. L’insegnamento dell’educazione fisica in questo grado di
scuola è visto come funzionale allo sviluppo del bambino e come tale
richiede delle competenze e delle valutazioni di natura psico-motoria
e didattica riscontrabili unicamente in un professionista del
settore».
Che significa, anche nel caso della proposta del parlamentare Udeur,
di diplomati all’Isef o di laureati in scienze motorie. Una scelta,
dice Capotosti, che avvicinerebbe la scuola italiana alle migliori
tradizioni europee, «dove generalmente l’educazione fisica e motoria è
insegnata, per almeno tre ore a settimana, da docenti con specifica
formazione universitaria». La proposta di legge prevede un periodo di
sperimentazione di due anni prima di far entrare a regime l’utilizzo
dei docenti specializzati nella scuola primaria.
«Una volta, nelle scuole elementari si insegnava a marciare, ma questa
forma di insegnamento è stata quasi completamente abbandonata poiché
ritenuta propedeutica alle ideologie di un regime. Eppure il camminare
è il primo e fondamentale dei movimenti che accompagnano l’individuo
durante tutto il corso della vita», dice la deputata di An Angela
Napoli, che ha firmato la proposta di legge per introdurre
l’educazione motoria nella scuola primaria. Anche in questo caso,
l’insegnamento verrebbe affidato agli specialisti del settore, come
avviene nella scuola secondaria superiore.
Ma la proposta di Napoli si differenzia dalle altre perchè prevede una
fase iniziale di applicazione delle nuove norme in cui l’insegnate
specializzato è affiancato da quello curricolare. E quest’ultimo ha la
possibilità di partecipare a corsi di specializzazione per divenire a
sua volta insegnante di educazione motoria a pieno titolo per la
scuola primaria. Nei casi di alunni portatori di handicap, la proposta
di Napoli prevede che l’insegnante di educazione motoria possa
chiedere l’intervento di un medico specialista per definire un
programma di lavoro personalizzato.
Indispensabile il ricorso a docenti specializzati anche secondo la
senatrice dell’Ulivo Sabina Rossa, l’unica a quantificare, in termini
di copertura finanziaria, la spesa per la riforma dell’insegnamento
dell’educazione motoria nella scuola primaria: 141 milioni di euro per
il primo anno di applicazione della legge e 364 milioni di euro per
ognuno degli altri anni. Un onere al quale si provvede attraverso le
entrate derivanti dai nuovi giochi e scommesse gestiti dallo Stato. Il
Consiglio d’Europa, osserva la senatrice dell’Ulivo, già nel 2002 ha
lanciato un appello per il rilancio dello sport nella scuola e in
quasi tutti i Paesi europei l’educazione motoria, fisica è sportiva, è
obbligatoria in tutto il percorso scolastico, per un monte ore annuale
«decisamente superiore a quello italiano».