In Lombardia arriva il quarto anno integrativo
per i corsi di formazione professionale.
La Lombardia si fa la «sua» scuola.
il Giornale del
23/3/2007
In Lombardia arriva il quarto anno integrativo
per i corsi di formazione professionale. Lo frequenteranno gli
studenti che, dopo i tre anni obbligatori, decideranno di prendere il
diploma. È una risposta indiretta al ministro all’Istruzione, Giuseppe
Fioroni, che vuole lasciare alle Regioni la possibilità di dare solo
gli attestati ma non i diplomi. Non solo.
Regione Lombardia prevede anche l’introduzione di un quinto anno per
chi poi ha intenzione di proseguire gli studi all’università. A
rivedere e correggere la formazione in Lombardia è un progetto di
legge, curato dall’assessore all’Istruzione, Gianni Rossoni, che
ripensa alla scuola «in base alle esigenze reali dei giovani». Esiste
il titolo V della Costituzione. Esiste la possibilità di essere
autonomi. E a palazzo Pirelli non si perde tempo. Autonomia sia. «La
Lombardia - spiega il presidente regionale, Roberto Formigoni - non
può continuare a subire l’arretratezza della scuola italiana. Vogliamo
cambiare la scuola perché quella che abbiamo non ha le capacità
sufficienti per permettere ai nostri giovani di competere con i loro
coetanei degli altri Paesi. Pensiamo non più a una scuola che sia per
tutti, ma che sia per ciascuno. Cioè che valorizzi il singolo».
Tra le novità proposte dal progetto di legge c’è anche la creazione di
un ente indipendente di valutazione, da scegliere attraverso un
concorso pubblico, per «dare la pagella» ai singoli istituti e tastare
la qualità dei corsi. Non ci saranno più differenze tra scuole
pubbliche o private, ma gli istituti saranno equiparati attraverso un
sistema di accreditamento controllato dalla Regione. La suddivisione
delle risorse tra le scuole avverrà in base al numero degli iscritti.
Vale a dire che gli iscritti godranno di una sorta di «dote
finanziaria» che li accompagnerà nel percorso di studio, ovunque sia
la scuola che sceglieranno. Spetterà agli istituti selezionare e
valutare i docenti e il corpo non docente. Nodo piuttosto delicato, da
affrontare anche con i sindacati. «Autonomia o non autonomia - spiega
l’assessore Gianni Rossoni - questo progetto è da fare. Anche in base
ai dati dell’Ocse abbiamo un’offerta formativa bassa e costosa.