Scrutini pubblici,
scontro garanti infanzia-privacy.
da
Tuttoscuola, 3/3/2007
Un brutto voto a scuola fa male; ma vederlo
pubblicato nella bacheca degli scrutini, e sentirsi giudicato e
valutato da tutti per uno scivolone scolastico, può far danni ancora
più gravi. Ne è convinta la Garante per l'infanzia e l'adolescenza
delle Marche Mery Mengarelli, che ha ingaggiato una battaglia a colpi
di ricorsi con il Garante nazionale per la privacy, di avviso
contrario.
Poco tempo fa, Mengarelli si era rivolta al collega che tutela in
ambito nazionale la protezione dei dati personali, sollevando una
questione di legittimità sulla consuetudine degli istituti scolastici
di rendere pubblici gli scrutini. E il Garante nazionale della privacy
ha risposto, richiamando una propria comunicazione del 3 dicembre
2004: "Non esiste alcun provvedimento del Garante che imponga di
tenere segreti i voti, e quelli degli scrutini non sono dati sensibili
soggetti a tutele speciali".
La replica però non convince affatto Mengarelli, che - sostenuta da
molti genitori e studenti - ha riproposto al Garante una serie di
controquesiti. "E' rispettoso della privacy di un minorenne - scrive -
che i professori espongano e commentino in aula i risultati personali
di ciascun allievo allo scadere del primo quadrimestre, e lo è
pubblicare al termine dell'anno scolastico la tabella degli
scrutini?". Una simile pratica, "non rischia di ledere la personalità
in crescita del minore, e non contrasta forse con i principi della
Convenzione Onu sui diritti dei minorenni?".
Di più, Mengarelli non crede che si possa "consentire la formazione di
una pubblica opinione su un minore sulla base di valutazioni
sintetiche come i voti presi a scuola", senza che il diretto
interessato possa tutelarsi in alcun modo. E, a suo avviso, non c'è
alcun principio etico, giuridico e civile che legittimi "dare pubblici
giudizi su un minore di età, che possono influenzare e segnare la sua
personalità in crescita". Neppure se a formulare questi giudizi è la
scuola.
In tempi di cronache a senso unico sui troppi casi di bullismo', una
lancia spezzata a favore dei ragazzini. Soprattutto di quelli più
insicuri e problematici.