Il Ministro scrive.
di Chiara Moimas da
SAM Notizie,
marzo 2007
Il Ministro della Pubblica Istruzione ha scritto
una lettera ai docenti annunciando l’avvio del processo di revisione
delle Indicazioni Nazionali ereditate dalla passata legislatura e
ritenute transitorie.
La lettera, in alcuni passi, vuole commuovere i destinatari, e
potrebbe riuscirci se non fosse che la realtà è completamente distante
dalle parole del Ministro….
Il Ministro parla di rapporto virtuoso tra il mondo della ricerca
scientifica e quello della scuola, dice che le riforme non si fanno
senza gli insegnanti e, dichiarando di essere consapevole delle
difficili condizioni di lavoro degli stessi, si impegna a trovare
nuove strade per valorizzare concretamente il lavoro dei docenti.
Dobbiamo dire che le strade sono state immediatamente individuate,
resta da vedere se e come potranno mai valorizzare “il lavoro, la
passione e le competenze” degli insegnanti.
La prima mossa è evidentemente quella di non voler assolutamente
procedere ad una revisione della gratificazione economica della
categoria; immemore delle promesse fatte in campagna elettorale di
equiparazione europea degli stipendi, il ministero non si preoccupa
minimamente del contratto scaduto da oltre un anno (in questo
purtroppo è supportato dalle organizzazioni sindacali dei confederati
che non premono, si limitano ad indire lo sciopero per il contratto
dei dirigenti…..chi vuol capire capisce…).
Altra operazione che prelude ad una sicura valorizzazione dei docenti
è il taglio operato con il decreto sugli organici a fronte di un
aumento della popolazione scolastica; il decreto contiene un passaggio
che risulta deleterio per la costituzione delle classi perché prevede
la possibilità di formarle con un numero di alunni superiore a quanto
previsto dalla normativa vigente, praticamente le classi della scuola
primaria saranno anche di 27 bambini e quelle delle superiori e delle
materne di 30 (?); questo, il ministro, immagino lo sappia, è un buon
inizio per una seria lotta all’evasione scolastica, per la “buona
pratica” dell’insegnamento individualizzato, per debellare fenomeni di
disagio e di violenza.
Lo stravolgimento della scuola dell’infanzia con la creazione delle
classi primavera è anche una buona idea per ridare dignità alla
professione; crede il Ministro che ci saranno ancora giovani che
frequenteranno la facoltà di scienze della formazione per andare poi a
rovinarsi l’esistenza in classi formate da 20 bambini di due anni?
Avendo possibilità di scelta nessuno è mai andato a lavorare nelle
latomie.
Ancora non conosciamo l’effetto pratico che avrà sulla professione
docente l’estensione del regime fiscale per le donazioni alle scuole;
aspettiamo di conoscere i nostri benefattori e di scoprire che cosa
vorranno in cambio, oltre all’agevolazione fiscale.
Il ministro ha varato la riforma degli esami di stato, ma forse non sa
che i docenti ancora non sono stati pagati per la sessione 2006; forse
non sa che le scuole sono quotidianamente impegnate nella problematica
della sostituzione dei docenti assenti (anche gli insegnanti si
ammalano: vivono in mezzo ai virus e sono fortemente stressati).
E’ urgente ridare dignità e valore alla classe docente perché i
cellulari continuano a squillare durante le ore di lezione e sempre
più spesso i docenti sono oggetto di scherno.
La strada intrapresa non sembra andare nella giusta direzione;
potremmo anche commuoverci alle parole del ministro, se non fossimo
tanto arrabbiati.