Il ministro dell'Istruzione:
il progetto lombardo è una fuga in avanti e ho dubbi che sia costituzionale

Fioroni: "La riforma della scuola?
Formigoni non può fare il Pierino".

Le leggi vanno rispettate, non credo che il Pirellone voglia andare oltre

Andrea Montanari la Repubblica, 25/3/2007

 

Giuseppe Fioroni, ministro dell'Istruzione, che cosa pensa del progetto di scuola lombarda lanciato dal governatore Roberto Formigoni?

«La scuola italiana ha bisogno di comportamenti seri e responsabili. E soprattutto di un rapporto di grande lealtà istituzionale tra Stato, regioni ed enti locali. Non abbiamo bisogno di Pierini che fanno fughe in avanti, ma di coloro che con lealtà istituzionale collaborino a dare autorevolezza e credibilità alla nostra scuola».

Sta per caso dando del "Pierino" a Formigoni?

«Penso che la proposta di legge di Formigoni sia più che altro un contributo alla riflessione. Un sasso nello stagno per stimolare un dibattito culturale. Nel suo progetto di legge, infatti, non c'è traccia del master plan avviato dalla conferenza Stato-Regioni e che lo stesso Formigoni ha condiviso».

Dunque?

«Mi meraviglia che si possano ipotizzare riforme dalle risorse ignote, mettendole addirittura a carico di altri senza oltretutto nemmeno averli interpellati. La scuola non può né deve diventare l'alveo di uno scontro politico».

Cosa intende per risorse ignote?

«Questo progetto di legge mette le risorse in carico ai trasferimenti dello Stato che devono essere condivisi in un quadro generale e solidaristico con le altre regioni. L'articolo 21 rinvia ad atti successivi lo stanziamento delle risorse. Un progetto serio stabilisce sempre anche le risorse».

Che cosa non la convince, invece, nel merito?

«Formigoni ha avuto cinque anni di governo di centrodestra nei quali non mai applicato la riforma del titolo V sulla scuola. Se lo schema di questo progetto di legge fosse costituzionale, mi domando perché non ha colto l'opportunità di attuarlo nei cinque anni precedenti con l'attuale sindaco di Milano Letizia Moratti? Se non l'ha fatto, significa che il fondamento costituzionale è dubbio».

Sugli istituti professionali le regioni non hanno la competenza di decidere?

«Sulla formazione professionale e sulle qualifiche professionali. Per gli istituti tecnici e quelli professionali la Camera ha appena approvato un decreto legge che ora sarà votato dal Senato che li ha messi nell'ordinamento scolastico. Io ritengo che siano di competenza dello Stato. C'è un tavolo per la riforma del titolo V della Costituzione, rifletteremo insieme se la competenza sarà dello Stato o delle regioni. Su questi temi occorrono tranquillità, serenità e serietà».

Eventuali accreditamenti della Regione sarebbero validi?

«La Lombardia ha la titolarità dell'accreditamento per la formazione professionale. Per il resto io credo che la cultura della legalità nel nostro paese passi dal rispetto delle norme, delle leggi e della costituzione vigente. Sono convinto che il presidente Formigoni non vorrà andare oltre a ciò che è conforme alla legge».

Il governo ricorrerà contro la nuova legge?

«Siamo seri, non diamo tutta questa importanza a quello che allo stato attuale è solo una proposta di legge. Lasciamo che l'approvino, poi vedremo. È chiaro che le attuazioni del titolo V devono essere garantite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale».