di Emanuele Barbieri capo dipartimento ministero pubblica istruzione

. . . Faccia a Faccia.

Il Ministero: Serve Intelligenza Nella Gestione. Elimineremo Le Incertezze

da Italia Oggi del 27/3/2007

 

La pesante situazione finanziaria delle scuole, ereditata dalla passata legislatura, è nota al ministero e non da oggi. L'azione di monitoraggio svolta nell'autunno 2006 ha evidenziato una situazione complessa e contraddittoria. Le difficoltà derivanti dai tagli operati dal 2002 al 2006 sono state aggravate da procedure non razionali di distribuzione delle risorse.

A fronte di realtà provinciali in profonda sofferenza sono emerse consistenti giacenze presso le contabilità speciali di altri uffici scolastici provinciali. Gli esiti di questi monitoraggi hanno confermato l'esigenza di modificare le modalità di finanziamento delle scuole al fine di ottimizzare la ripartizione e la gestione delle risorse disponibili. Il 14 febbraio scorso nel sito del ministero veniva pubblicato un comunicato in cui si riportavano gli elementi salienti della pesante situazione ereditata: "Riduzioni degli stanziamenti di bilancio operate a danno delle scuole su alcune voci di spesa, nel periodo 2002-2006: supplenze brevi: - euro 494,4 mln, pari a 46,6%; esami di stato: - euro 106,4 mln, pari 72,6%; funzionamento amministrativo e didattico: - euro 159,8 mln, pari a 53,0%". Al 31 dicembre scorso, le scuole avevano cumulato situazioni di sofferenza per oltre 425 milioni di euro mentre le giacenze presso le contabilità speciali superavano i 250 milioni di euro. La scelta di attribuire direttamente le risorse alle scuole non può certo di per sé aumentare il budget complessivo, ma consente, da un lato, di ovviare agli inconvenienti di cattiva e tardiva distribuzione registrati e, dall'altro, permette alle scuole di gestire in modo più flessibile le risorse loro assegnate. In proposito, è utile ricordare che le risorse assegnate con il primo mandato rappresentano solo una parte del finanziamento dello stato a favore delle istituzioni scolastiche; finanziamento che si articola in tre parti: una quota assegnata sulla base dei parametri già noti all'amministrazione; una quota da iscrivere in bilancio, secondo i criteri definiti dal decreto ministeriale, e calcolata sulla base dei parametri noti alle scuole, che verranno successivamente comunicati all'amministrazione. Un'altra quota commisurata all'effettivo fabbisogno, rilevato attraverso una capillare azione di monitoraggio che coinvolgerà tutte le istituzioni scolastiche e che è già in fase di avvio. Alle scuole potranno essere assegnate, inoltre, ulteriori risorse derivanti da finanziamenti specifici (fondi della legge 440/97 e altro).

È necessario sottolineare che le risorse assegnate alle scuole non sono più articolate secondo i vecchi capitoli ma confluiscono nell'unica voce "entrate per finanziamento dello stato" "senza ulteriori vincoli di destinazione, oltre a quelli derivanti dalla vigente normativa contrattuale, per quanto riguarda il Fondo di istituto, e da obbligazioni giuridiche già assunte dalle scuole".

A conclusione di questa prima esperienza e sulla base delle risultanze dell'azione di monitoraggio, sarà possibile verificare l'effettivo ammontare del fabbisogno complessivo e valutare le esigenze di un'eventuale integrazione.

Al fine di consolidare una reale logica di budget è necessario, comunque, ridurre al minimo gli elementi impropri e difficilmente governabili come è il caso delle spese per le supplenze legate alle astensioni obbligatorie per la maternità e all'obbligo di retribuire anche le supplenti che dovessero trovarsi in situazioni analoghe. A tal proposito il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, ha avanzato formale richiesta al ministro dell'economia e delle finanze, Tommaso Padoa-Schioppa, di provvedere a tali pagamenti ponendo l'onere a carico delle partite di spesa fissa e non a carico del bilancio delle scuole. Il processo di cambiamento avviato, teso a valorizzare una reale autonomia delle scuole, va governato con intelligenza e attenzione, anche al fine di evitare che difficoltà contingenti ne pregiudichino l'esito complessivo. Per questo, l'amministrazione intende, comunque, intervenire in quelle situazioni dove l'indisponibilità di risorse nelle casse delle scuole può mettere a rischio la garanzia del servizio scolastico.