Quelli delle elementari i penalizzati.

 da Italia Oggi del 13/3/2007

 

Gli insegnanti elementari laureati in scienze della formazione e i docenti di musica titolari del diploma di didattica quadriennale perderanno quattro anni di punteggio di servizio se faranno valere la laurea o il diploma di specializzazione come titolo di accesso alle graduatorie a esaurimento.


Quarantotto punti in meno per i laureati

La nuova tabella di valutazione dei titoli, infatti, prevede che non si possano far valere i titoli di servizio conseguiti durante la frequenza ai corsi. E questa disposizione rende praticamente inutilizzabili i titoli quadriennali. Sempre che l'interessato abbia prestato servizio contemporaneamente alla frequenza ai corsi. Quattro anni di servizio, infatti, valgono 48 punti, mentre la laurea in scienze della formazione o il diploma di didattica quadriennale valgono solo 30 punti.


Ssis in pari

Il problema non si pone per i titolari dei diplomi di specializzazione all'insegnamento secondario perché i corsi durano due anni e i punti assegnati sono 30. L'equivalente di due anni di servizio, 24 punti, che si sommano al bonus di sei punti previsto, in ogni caso, per il possesso di una qualunque abilitazione.


Inutili i titoli quadriennali

Ma quando il corso è quadriennale, come per la laurea in scienze della formazione e per i vecchi diplomi di didattica della musica, la faccenda si complica fino a vanificare gli sforzi degli interessati. Che non di rado erano già in possesso di un'altra abilitazione e avevano conseguito la nuova abilitazione solo per potersi giovare dei 30 punti previsti. Insomma, una situazione paradossale, che rischia di penalizzare proprio i docenti più preparati.
 

Zero punti per le lauree triennali

E che si somma a un'altra situazione altrettanto paradossale. E cioè la mancata valutazione delle lauree del nuovo ordinamento nelle graduatorie delle scuole secondarie.

La nuova tabella, infatti, non prevede la possibilità di valutare, come altro titolo (pari o superiore) le lauree triennali tipiche del nuovo ordinamento. E ciò determinerà non poche discriminazioni. Basti pensare al caso del docente che insegna discipline economiche e giuridiche, con il possesso della laurea in economia e commercio. E che poi consegue la laurea in scienze giuridiche.


Il master vale più della laurea

Una laurea che, in quanto triennale, non dà titolo all'attribuzione di alcun punteggio.

Paradossalmente, se lo stesso docente, anziché prendersi una laurea in scienze giuridiche, decide di frequentare un master in didattica generale, il conseguimento del master (che si ottiene in un solo anno) gli consentirà di ottenere tre punti in più. Per non parlare di un eventuale corso di perfezionamento che non raggiunga nemmeno i 60 crediti, che vale un punto, a patto che termini con un esame finale e che sul titolo vi sia apposta la dicitura annuale. In buona sostanza, dunque, l'amministrazione ha ritenuto di non attribuire nemmeno un punto a una nuova laurea, anche se strettamente attinente alla disciplina di insegnamento. E invece ha valorizzato i percorsi formativi più brevi come il master e il corso di perfezionamento anche se non strettamente inerenti al tracciato epistemico della disciplina di insegnamento.