Duplice scandalo
La cultura che conta.
di Chiara Moimas da
SAM Notizie
14/3/2007
Il festival di Sanremo si è concluso; ha
proclamato vinti e vincitori.
Non ho contribuito ad aumentare lo share e quindi non posso esprimere
giudizi, ma ho seguito la vicenda che ha fatto da prologo al festival
ed ancora percepisco in me la sensazione di rabbia e di frustrazione.
Come docente della scuola statale italiana attendo da 14 mesi (per
l’esattezza, mentre scrivo, il sito della GILDA DEGLI INSEGNANTI di
Napoli mi dice che sono 428 giorni, 12 ore, 1 minuto e 15 secondi) che
il Governo emani un atto di indirizzo per poter avviare le trattative
per il nuovo contratto di lavoro.
Nel frattempo, il mio stipendio ha perduto potere d’acquisto ed io
aspetto, non più tanto fiduciosa, la sua rivalutazione a livello
europeo, quella che mi era stata promessa in campagna elettorale dagli
esponenti dell’attuale governo.
Esiste una connessione tra queste mie amare considerazioni ed il
festival di Sanremo?
Purtroppo sì.
I lavoratori dello spettacolo designati a presentare il Festival non
hanno apprezzato il tetto massimo per compensi previsto dall’art. 593
della legge finanziaria; avrebbero dovuto percepire un rimborso non
superiore ai 272.000 euro.
Impossibile!!
Non si può lavorare con la prospettiva di ricevere un simile
stipendio.
Naturalmente non è mia intenzione aprire in questa sede un dibattito
sul merito delle professioni e non avrebbe alcun senso cimentarsi in
paragoni tra l’importanza del quotidiano lavoro di un docente e il
momentaneo impegno di leader del circo mediatico. Quello che invece
intendo evidenziare è che, a soccorrere i presentatori, ad evitare che
potessero creare problemi ad un evento di simile portata, è sceso
immediatamente in campo un Ministro della Repubblica ed ha
precipitosamente firmato una circolare con cui ha liberato la RAI
dall’osservanza del vincolo per i compensi.
Una circolare ad hoc ha spazzato, rapida come un temporale estivo, la
vergogna dei 272.000 euro per un lavoro di una settimana, una
circolare attesa dal popolo come pioggia dopo la siccità ha
scongiurato il pericolo di inciampi nello svolgimento del Festival di
Sanremo (!!).
La scuola, probabilmente, può essere oscurata senza che ciò diventi un
caso nazionale; i docenti possono continuare a campare con stipendi da
fame.
Nessuno, a livello governativo, sembra rendersi conto dell’enorme
crisi che le istituzioni scolastiche stanno attraversando; i casi di
violenza e di sopraffazione esigono una presa di posizione tempestiva,
come quella che è stata presa per salvare il festival.
Forse si tratta di ridare credibilità a chi quotidianamente si
confronta con realtà critiche ed ingestibili, forse è venuto il
momento di recuperare il valore della professione docente, forse si
tratta di ammettere che chi si batte giorno dopo giorno per affermare
i principi della convivenza e della solidarietà ha bisogno di aiuto
concreto, forse è necessario rinforzare il ruolo di chi dispensa
educazione e cultura. Di certo è stata firmata una circolare di
troppo, attendiamo l’atto di indirizzo che manca.