Superiori a colpi di autoriforma.
Da settembre tutti a scuola fino a 16 anni: di Alessandra Ricciardi da Italia Oggi del 13/3/2007
Dal prossimo settembre tutti a scuola fino a 16 anni. Lo prevede la Finanziaria 2007 e in questi giorni il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, dovrà dire come si realizzerà questo nuovo obbligo scolastico.
Un regolamento dovrà essere emanato in tal
senso, sulla scorta di un documento messo a punto dalla commissione di
studio incaricata da Fioroni. ItaliaOggi ha letto la proposta. Chi si
aspetta certezze sul nuovo biennio non ne avrà. Innanzitutto perché i
prossimi due anni saranno sperimentali, perché saranno gli insegnanti
a dover modulare le discipline rispetto alle indicazioni generali che
arrivano dal centro. Non saranno unificate le discipline: sono gli
obiettivi di competenza a essere gli stessi. Ed ecco le competenze,
che andranno certificate alla fine del biennio: imparare a imparare,
elaborare progetti, comunicare, collaborare e partecipare, risolvere
problemi, individuare collegamenti e relazioni, acquisire e
interpretare l'informazione. Insomma, rispetto al tradizionale, ed
elementare in quanto a retaggio, saper leggere e far di conto, oggi si
chiede a un giovane di 16 anni di saper studiare, risolvere i problemi
che gli si pongono, interagire con gli altri. Ben consci della fine
che ha fatto la riforma della Moratti, boicottata a scuola da
insegnanti e genitori, il documento evidenzia la necessità di
accompagnare bene il nuovo biennio, con un'operazione informativa e
formativa, rivolta in primo luogo ai prof, per prevenire ´reazioni di
rigetto o di inerzia'. I docenti devono essere aiutati, culturalmente
prima ancora che fattivamente, a essere attori dell'innovazione
(nascerà un gruppo di pilotaggio, ci sarà un vademecum, a questo scopo
lavorerà l'Agenzia per lo sviluppo dell'autonomia), a lavorare non
solo sui saperi, ma appunto sulle competenze. Per adeguare i programmi
ai nuovi obiettivi, i prof potranno utilizzare la quota di autonomia
degli orari del 20%. Saranno i docenti a dover esplicitare, nella
progettazione del piano di studi annuale, le connessioni tra il
possesso delle conoscenze disciplinari e quello delle competenze che
dei saperi si nutrono, ´in modo da non creare incongrui parallelismi
o, peggio, contraddizioni tra i due momenti della valutazione', si
raccomanda il gruppo di studio. E nel novero dei destinatari compaiono
non solo le scuole ma anche i centri sperimentali che fanno scuola e
formazione, quei percorsi triennali previsti dalla Moratti e che la
Finanziaria ha prorogato. Sperimentale, dunque, sarà il lavoro dei
docenti, chiamati a essere professionisti, recita il documento,
sperimentale l'innovazione dei contenuti disciplinari, sperimentale il
sostegno che la scuola dovrà dare agli studenti in difficoltà,
sperimentali le verifiche delle competenze acquisite... È certo, al
momento, lo schema di certificazione al termine del biennio, che
accompagnerà la pagella tradizionale sui saperi. Tre i livelli:
essenziale, medio, eccellente, chi non raggiunge il minimo non sarà
certificato, ma non è detto se la mancanza di una competenza
comporterà la bocciatura o meno. Al termine del biennio sperimentale,
ovvero nel 2010, il regolamento sul nuovo biennio potrà essere
rivisto. |