Scuole pubbliche sull'orlo del collasso.
di Dedalus, da
ScuolaOggi del
28/3/2007
Sono sempre piu’ evidenti, nel mondo della
scuola, i segnali di delusione e di disorientamento. E’ indubbio che,
dopo gli anni della Moratti, ci si aspettava una netta inversione di
tendenza. Una discontinuità che non c’è stata o che comunque non è
avvertita dalla gran parte degli operatori scolastici. Dopotutto la
scuola era un caposaldo importante del programma dell’Unione (“l’Italia
cresce se investe sulla conoscenza… L’intero sistema Paese dovrà
investire nell’istruzione con politiche integrate…Strategico sarà
l’investimento delle risorse…”).
La scuola è stata anche recentemente
indicata fra le priorità nei 12 punti di Prodi. Eppure, dopo qualche
fiammata iniziale, non si registrano sostanziali cambiamenti e tanto
meno appare all’orizzonte un “nuovo corso” per la scuola.
Il problema politico di fondo è che invece di investire nella scuola
pubblica si è voluto proseguire con una politica di sostanziale
riduzione delle risorse economiche.
Continuano i tagli agli organici e si delinea una situazione
pesantissima sul piano finanziario. Appaiono con sempre maggiore
evidenza le difficoltà in cui versano le scuole ormai sull’orlo del
collasso. La decisione di inviare direttamente i finanziamenti alle
scuole (dopo la finanziaria 2007 i fondi arrivano direttamente dal
Ministero, bypassando gli uffici scolastici regionali) non ha certo
migliorato le cose: il problema è che i fondi destinati alle scuole
sono del tutto insufficienti. Sono diminuiti i fondi per le spese di
funzionamento e non bastano quelli per le supplenze. Le scuole non
sono in grado di pagare gli stipendi ai supplenti. Questo mette in una
situazione difficilissima i dirigenti scolastici, stretti tra la
scelta di non nominare piu’ i supplenti (ma come gestire le classi e
con quali conseguenze per il servizio?) e sottoscrivere contratti
senza copertura finanziaria. Il Ministro Fioroni ama dire che
preferisce chiamarli presidi e non dirigenti scolastici. In effetti ha
ragione: di che razza di dirigenti si tratta, se non dispongono di
risorse da gestire?
Oggi in molti istituti è in ballo il normale funzionamento del
servizio scolastico: è esattamente questo che viene pesantemente messo
in discussione e pregiudicato.
Se è vero che questa situazione è il portato dei debiti accumulati dal
precedente governo, a maggior ragione si rende necessario un piano
straordinario di risanamento e di rilancio. Non è pensabile lasciare
le scuole pubbliche senza risorse per poter funzionare. Non è
possibile mettere al centro dei discorsi il problema del bullismo
(pure importante) e dei telefonini, senza rendersi conto che le scuole
non hanno piu’ i mezzi per l’ordinaria amministrazione.
Non è possibile continuare a ripetere che l’autonomia delle
istituzioni scolastiche costituisce la stella polare, il “quadro
di riferimento principale dei processi di innovazione e di
riqualificazione di cui l’intero sistema educativo ha bisogno”
se poi le scuole hanno, come si suol
dire, le pezze al culo.