L'asso nella manica del premier: Prodi, contratto triennale o niente. Secondo la Ragioneria generale, il personale è cresciuto ItaliaOggi, 23/5/2007
Dice che in questi giorni non è cambiato niente.
'Non c'è nulla di nuovo, sono semplicemente in attesa che i segretari
delle confederazioni sindacali tornino dal loro congresso per
cominciare il dialogo', ha detto ieri il premier, Romano Prodi. I
segretari di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Guglielmo Epifani,
Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, si trovano a Siviglia, complice il
consesso internazionale dei sindacati. Ma in questi giorni, la
trattativa sul rinnovo del contratto del pubblico impiego si è svolta,
e come. E Prodi ha calato il suo asso nella manica: se il governo
dovesse seguire alla lettera l'accordo del 5 aprile scorso, ha
argomentato, ai 101 euro di aumento al mese per i ministeriali e ai
115 euro in più per i dipendenti della scuola non ci si arriverebbe
mai. Perché il numero dei dipendenti, conto che quella intesa
richiama, non solo non è calato, ma per la scuola è addirittura
cresciuto, secondo quanto emergerebbe dalle prime stime della
Ragioneria generale dello stato. Ed ecco dunque la proposta che
probabilmente giovedì, al rientro dei tre segretari, sarà
ufficializzata: contratti rinnovati come promesso, il che vuol dire
uno stanziamento nella prossima Finanziaria per 608 milioni, in
aggiunta ai 3,7 miliardi già previsti; e il tesoretto non si intacca.
Dal 2008, però, il contratto del pubblico impiego dovrà essere
articolato su tre anni. Prodi, e il suo fedelissimo, Enrico Letta,
sono ripartiti dunque proprio dall'accordo sottoscritto il 5 aprile
scorso con i sindacati per sbrogliare la matassa. Perché legare i
maggiori aumenti (9 euro in più rispetto a quanto consentirebbe di
pagare la Finanziaria 2007) al numero dei dipendenti in servizio, è
stato un errore. Per i ministeri, per esempio, il calo dei dipendenti
sarebbe stato di poco meno di 3 mila unità e non di 10 mila, come
invece nella notte del 4 aprile sindacati e ministero dell'economia
avevano conteggiato. Ergo, l'accordo dovesse essere seguito alla
lettera, ai ministeriali finirebbero in tasca 2 euro in più rispetto
ai 92. E non 9. Peggio ancora per la scuola, dove il numero dei
dipendenti in servizio, complici i piani di a assunzione degli ultimi
anni, non solo non è diminuito ma sarebbe addirittura cresciuti: il
3,6% nel 2005/06. Se dunque sindacati vogliono arrivare all'accordo
pattuito, ragiona Prodi, dovranno addivenire a un accordo più
complessivo.
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