Secondo i sindacati, per adeguare i compensi all'inflazione,
mancano all'appello circa 15 milioni di euro. L'impegno del governo
per 110 mila docenti e 12 mila presidenti impegnati per gli esami.

Maturità, scatta il nuovo allarme
"Prof e commissari: pochi fondi".

Salvo Intravaia, la Repubblica 7/5/2007

 

Fondi insufficienti per pagare i professori della maturità. L'allarme è stato lanciato dai sindacati di categoria dopo l'incontro con i tecnici del ministero. Secondo Massimo di Menna, segretario nazionale della Uil scuola, "per adeguare i compensi all'inflazione mancano all'appello almeno 15 milioni di euro". "Deve essere garantito ai commissari un riconoscimento retributivo - prosegue Di Menna - che, in termini reali, non può essere inferiore a quello percepito negli ultimi esami con professori esterni. Abbiamo, inoltre, chiesto con fermezza ed aspettiamo risposte anche in merito alla certezza che i pagamenti siano corrisposti tempestivamente, senza attendere anche più di un anno, come accaduto in occasione degli esami di questi ultimi anni".

Durante l'incontro svoltosi a viale Trastevere è stata presentata una proposta che, per rientrare entro il tetto stabilito dalla Finanziaria, "limava" le retribuzioni da assegnare a commissari esterni, membri interni e presidenti di un 10 per cento rispetto allo scorso anno. Proposta che ha ricevuto il netto no dei sindacati anche perché i compensi sono fermi dal 2004.
"Non è praticabile l'ipotesi che prevede la diminuzione dei compensi per i commissari rispetto all'anno scorso", dichiara Fabio Pipitò della Gilda, che aggiunge: "In generale si assiste ad un fenomeno preoccupante: a fronte dell'aumento dell'onerosità della prestazione dei docenti si sta verificando una riduzione delle retribuzioni".

Non molto distante dalla Gilda il parere di Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi che non vede di buon occhio neppure un "taglio indiretto" dovuto all'eventuale accorpamento del compenso relativo alla funzione (presidente o commissario) e quello - finora esente da tassazione - relativo al rimborso spese. Ma, secondo i sindacati, non è neppure più possibile aspettare anni per ottenere i compensi che dovrebbero anzi essere adeguati almeno alla perdita del potere d'acquisto dei salari degli ultimi tre anni.

La replica del ministero della Pubblica istruzione non si fa attendere. "La previsione di 138 milioni di euro è insufficiente", conferma il viceministro, Mariangela Bastico, che spiega: "Al momento, non è possibile quantificare quanto manca". A fare saltare i conti ci sarebbero 274 commissioni in più di quelle ipotizzate a dicembre, un numero di commissari esterni maggiore del previsto e l'incognita legata alle trasferte degli stessi professori che esamineranno gli studenti.

Ma la Bastico getta acqua sul fuoco e rilancia. "Per il buco di 128 milioni di euro ereditato dal governo Berlusconi abbiamo chiesto un piano straordinario di risanamento al ministro dell'Economia - spiega il viceministro - E non intendiamo farne altri debiti con le scuole. Del resto già l'anno scorso, oltre a coprire il debito 2006 della Moratti di 63 milioni, abbiamo coperto tutto. Ora si tratta di trovare la parte mancante perché il governo è fortemente impegnato sulla maturità: un esame in cui crede e in cui ha deciso di investire". Sarà probabilmente un intervento legislativo ancora da definire, come auspicato da Rembado, a racimolare una cifra mancante che dovrebbe aggirarsi attorno ai 25 milioni.

Ma quanto percepiranno i 110 mila docenti e 12 mila presidenti impegnati per circa un mese nella prossima maturità? Non è facile dirlo, ancora, ma una cosa sembra certa: bene che vada, quanto lo scorso anno. Circa 565 euro lordi per i membri interni, 958 euro lordi per i commissari esterni, e 1.791 euro per i presidenti, provenienti da sedi "distanti" meno di 60 minuti con i mezzi pubblici. Cifre che aumentano se commissari e presidenti si spostano da Comuni distanti meno di 100 minuti o oltre i 100 minuti.