Il peso del docente di religione
nella valutazione finale.
da
Tuttoscuola, 24/5/2007
A qualcuno è sembrata un po' una guerra
di religione, a qualcun altro una lotta per la libertà, ma è certo che
la Cgil-scuola non intende demordere sulla delicata questione del
ruolo che il docente di religione cattolica o la disciplina insegnata,
possono avere in sede di scrutinio finale.
Circa un mese fa il sindacato aveva "aperto le ostilità" mettendo in
guardia le scuole dal riconoscere il diritto di voto decisivo dei
docenti di religione cattolica in sede di scrutinio finale.
La presa di posizione aveva provocato la reazione di alcune
associazioni cattoliche degli insegnanti che, con tesi opposte,
avevano ricordato diverse pronunce favorevoli di alcuni Tar.
Ne era seguito un ping-pong di contrapposte motivazioni e citazioni
che sembrava destinato a chiudersi.
Invece la Cgil-scuola torna sull'argomento, con altre considerazioni e
nuove citazioni di sentenze, chiosando la ordinanza n. 26 del 14 marzo
scorso sulle metodologie operative relative all'esame di esame e
citando "un preoccupante passaggio" dove, tra l'altro, si parla anche
di credito formativo.
"Una simile scelta e le interpretazioni che ne possono derivare -
osserva il sindacato nella sua nota - mettono in discussione la
regolarità di esami in cui la frequenza o meno dell’Insegnamento della
Religione Cattolica finisce col costituire un elemento di
differenziazione nel credito scolastico tale da pesare nell’esito
delle alunne e degli alunni."