La decisione del Tar del Lazio sospende una norma emanata dal Ministero
La Cgil: "Ora vanno emanate nuove indicazioni per i prossimi scrutini".

Maturità,
niente crediti per l'ora di religione.

Salvo Intravaia, la Repubblica 24/5/2007

 

Il primo round della 'guerra di Religione' è stato vinto dalla Flc Cgil. L'ora di religione non dà crediti utili per l'ammissione e la valutazione finale dell'esame di maturità. Con un'ordinanza di ieri, il Tar Lazio ha sospeso 'in via cautelare i punti dell'ordinanza ministeriale riguardante le modalità di svolgimento dell'esame di stato ravvisandovi, come aveva sostenuto la Cgil, il rischio di violazione della Costituzione e di altre norme di legge'. La norma emanata dal ministero della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, alcuni mesi fa prevedeva che la frequenza dell'insegnamento della religione cattolica o dell'attività alternativa costituisse elemento di attribuzione in sede di scrutinio finale del credito scolastico utile per l'ammissione e per la valutazione finale nell'esame di Stato.

Ma evidentemente il Tar è di parere diverso e per il momento rende inapplicabili le direttive in materia emanate dal ministro. "Sarà ora compito del ministero della Pubblica Istruzione - ha detto Enrico Panini, segretario generale nazionale Flc Cgil - avvisare urgentemente del cambiamento di indicazione le scuole che tra pochi giorni saranno impegnate negli scrutini in questione".
Ma perché il Tar si è pronunciato in questo modo? "Sono significative - afferma in una nota Panini - anche le motivazioni con cui il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva. Motivazioni che lasciano presagire un parere coerente nella sessione che affronterà tutto il merito della questione". L'ordinanza del Tar recita: "La norma configura liinsegnamento della religione come una materia extracurriculare, come è dimostrato dal fatto che il relativo giudizio, per coloro che se ne avvalgono, non fa parte della pagella ma deve essere comunicato con una separata speciale nota; "sul piano didattico, l'insegnamento della religione non può, a nessun titolo, concorrere alla formazione del 'credito scolastico' per gli esami di maturità (in quanto) darebbe luogo ad una disparità di trattamento con gli studenti che non seguono nè l'insegnamento religioso e nè usufruiscono di attività sostitutive".

E dalla maturità la questione si allarga alla valutazione finale per tutte le classi. Può il giudizio del prof di religione essere determinante ai fini della promozione o della bocciatura di uno studente? No, secondo la Flc Cgil, di parere ovviamente contrario è lo Snadir, il Sindacato nazionale degli insegnanti di Religione che qualche giorno fa sul proprio sito ha raffigurato Panini col corpo di Mussolini al grido:"Spezzeremo le reni agli studenti che lavorano".