Indicazioni nazionali:
cosa porterà Fioroni alle Camere?
da
Tuttoscuola, 7/5/2007
Dai resoconti delle audizioni per le
nuove Indicazioni nazionali è emerso che il ministro Fioroni intende
portare tutto alle Camere entro i primi di giugno e che ha chiesto
alla commissione nazionale di consegnargli il documento tra meno di un
paio di settimane.
I sindacati gli hanno chiesto un incontro per chiarire le ragioni di
questi tempi affrettati, e la Cgil-scuola non ha nascosto la sua
preoccupazione anche per la natura dello strumento normativo che verrà
adottato per assicurare la dovuta prescrittività delle nuove
Indicazioni nazionali.
Alle Camere il ministro Fioroni non potrà portare a giugno le
Indicazioni nazionali vere e proprie, in quanto esse, dovendo far
parte di un Regolamento definitivo (lo prevede la legge Moratti e ne
parla il decreto legislativo del primo ciclo), richiedono ben altri
tempi e modalità di procedura: un regolamento (D.P.R.) deve essere
approvato in prima lettura dal Consiglio dei ministri, acquisire il
parere del Consiglio di Stato, essere sottoposto al parere delle
commissioni di Senato e Camera, tornare al Consiglio dei ministri per
il varo definitivo ed essere registrato dalla Corte dei Conti.
Qualcuno sostiene che il ministro vorrebbe portare alla Camera non il
regolamento ma solo le Indicazioni nazionali per sostituire quelle
allegate al decreto legislativo n. 59/2004 (allegati a, b, c e d).
Anche questo non è possibile perché quegli allegati sono parte
integrante del decreto legislativo e, come si dice nel decreto stesso,
sono transitorie in attesa del regolamento definitivo e possono essere
modificate solamente da una norma legislativa o sostituite appunto dal
regolamento definitivo.
Qualcun altro ha detto che la Camera vorrebbe sostituire quei vecchi
allegati perché tre anni fa le Commissioni parlamentari,
nell’esprimere il parere sul decreto legislativo n. 59/2004, non li
conoscevano e non li hanno visti per niente. Ipotesi priva di
fondamento: quegli allegati sono inseriti in un dispositivo
legislativo pienamente efficace e vigente e avrebbero dovuto comunque
essere allegati al testo a suo tempo sottoposto all’esame del
Parlamento.
Allora? Cosa porterà Fioroni alle Camere? Se, come sembra di capire,
l’iniziativa del ministro non ha carattere normativo ma politico,
Fioroni potrebbe cercare una pronuncia parlamentare (risoluzione,
ordine del giorno o altro) per procedere nella sua azione. Una sorta
di viatico insomma.
Di Indicazioni nazionali formalmente definite si dovrebbe parlare,
quindi, molto più avanti.