Governo al lavoro per scongiurare lo sciopero.
Prodi ottimista: l'accordo economico non è lontano.
Statali, una corsa contro il tempo.
Il ministro Luigi Nicolais: sui 101 euro stiamo
facendo i conti.
Italia Oggi,
11/5/2007
Il governo, e in prima persona il ministro della
funzione pubblica Luigi Nicolais, stanno lavorando in una corsa contro
il tempo per scongiurare lo sciopero indetto da dipendenti del
pubblico impiego e scuola. In particolare c'è stata, ieri, un'apertura
sulle risorse da destinare al rinnovo contrattuale per gli statali,
che mercoledì appunto hanno annunciato uno sciopero per il prossimo 1°
giugno (4 giugno i lavoratori della scuola) per protestare contro la
mancata applicazione degli accordi. Secondo l'intesa siglata il 5
aprile scorso, hanno ricordato gli stessi sindacati, l'aumento
previsto non potrebbe essere inferiore ai 101 euro mensili. Un importo
che il ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa vorrebbe invece
rimettere in discussione. Altro punto critico sono, poi, anche i fondi
per la contrattazione integrativa.
Da Trieste, il premier Romano Prodi ha
rassicurato sul fatto che una soluzione potrebbe essere trovata in
breve tempo: la differenza delle posizioni, infatti, è 'molto
limitata' e quindi l'accordo sotto l'aspetto economico 'non è così
lontano come qualcuno può pensare. Ci sono ancora degli aspetti da
definire'. Insomma, la situazione per gli statali, ha osservato Prodi,
'è molto più avanzata rispetto alle pensioni'. Anche se in merito è
intervenuto il leader della Uil, Luigi Angeletti, affermando che 'è
bene che le questioni delle pensioni e del pubblico impiego restino
separate'. Sugli statali Angeletti ha ribadito: 'I contratti sono
scaduti da 17 mesi. Non so cosa si debba ancora aspettare'.
Il ministro della funzione pubblica Luigi Nicolais ha voluto mandare,
quindi, un segnale di distensione: 'Stiamo cercando di metterci tutto
l'impegno per cercare di raggiungere questo obiettivo o, perlomeno,
questa prima fase che riguarda gli statali. Subito dopo toccherà alla
scuola. Stiamo facendo una corsa contro il tempo', ha spiegato a
margine del suo intervento a un convegno sulla modernizzazione del
paese, a Napoli, 'per cercare di riuscire a definire i due contratti
prima della data del potenziale sciopero. Vorrei evitare che avvenga
ciò e riuscire a raggiungere l'obiettivo senza modificare il contenuto
del contratto sul quale siamo tutti d'accordo'. Per questo, ha
annunciato sempre Nicolais, 'spero che tra lunedì e martedì
convocheremo le parti. Spero che la cosa vada bene, ci stiamo
lavorando con molta intensità'.
'Sto lavorando per arrivare alla firma del contratto', ha affermato,
'sui 101 euro stiamo facendo i conti, forse ci sono, dobbiamo
analizzare i dati'. E ha aggiunto che comunque, ieri mattina, ha
inviato la direttiva all'Aran per il rinnovo del contratto dei
dipendenti pubblici. 'Sui capisaldi del contratto ci troviamo
d'accordo', ha proseguito il ministro, 'c'è un problema economico da
risolvere e stiamo lavorando a questo con attenzione'. I fondi
disponibili, ha spiegato, 'dovranno essere divisi per il numero dei
dipendenti per vedere in questo modo se la somma è compatibile con
l'aumento di 101 euro. Speriamo che sia possibile altrimenti dovremo
trovare altre soluzioni'.
Il sindacato, da parte sua, non è disposto a cedere, e non sembra
nemmeno disponibile a nuovi incontri: 'Non si capisce perché il
governo abbia difficoltà perché ha sottoscritto un accordo con noi.
Quindi si tratta di rispettare questo accordo', ha detto il segretario
generale della Cgil, Guglielmo Epifani. 'I sindacati', ha proseguito
il segretario, 'vogliono rinnovare rapidamente i contratti. Tocca al
governo spiegare perché ha cambiato idea, da una settimana all'altra,
o da un mese all'altro. Da qui lo sciopero, ma per noi resta
essenziale l'obiettivo, cioè dare un contratto a lavoratori che lo
aspettano da 15 mesi, senza dimenticarci quei lavoratori del settore
privato che, come gli artigiani tessili, aspettano il contratto da due
anni'. Paolo Nerozzi, segretario confederale della Cgil con la delega
sul pubblico impiego, ha così sintetizzato: 'Noi eravamo fermi a
quell'accordo, di 101 euro al mese. Abbiamo sopportato come Giobbe che
si inviasse all'Aran la prima direttiva. Ora basta con gli incontri,
vogliamo solo i contratti'.