Il tribunale fissa in seimila euro il
risarcimento danni Scuola, condannato il ministero. Ritardi nell'attribuzione dell'insegnante di sostegno. Bianca De Fazio, la Repubblica 26/5/2007
NAPOLI. Seimila euro di
risarcimento per la piccola Alessia. Per non averle affiancato un
insegnante di sostegno, per un numero adeguato di ore, sin dall'inizio
dell'anno scolastico. Per averla tenuta in classe, senza l'opportuno
aiuto, per ore ed ore. Per aver così compromesso la sua vita
scolastica sia sotto il profilo dell'apprendimento che sotto quello
del rapporto con gli altri bambini. I giudici della terza sezione del
Tribunale di Napoli hanno condannato il ministero per la Pubblica
istruzione a «pagare i danni» alla piccola Alessia, una bimba
portatrice di handicap che frequenta la seconda elementare nel primo
circolo didattico di Portici, Don Bosco. Una sentenza «che non è azzardato definire storica» afferma Toni Rocchetti, presidente dell'associazione Tutti a Scuola, che ha promosso e sostenuto l'iniziativa giudiziaria. «Una sentenza che mostra in modo inequivocabile il drammatico ritardo delle politiche sull'integrazione scolastica. Ancora una volta la magistratura supplisce a inefficienze, omissioni e ritardi della classe politica locale e nazionale». La sentenza giunge dopo una raffica di ricorsi (tutti vinti) con i quali i genitori dei bambini disabili chiedevano che l'insegnante di sostegno venisse assegnato per un numero maggiore di ore rispetto alle briciole concesse all'inizio dell'anno scolastico. Sostegno col contagocce, per risparmiare sulle spese. E dato che i giudici - imponendo con sentenze al ministero insegnanti di sostegno per più ore o addirittura per tutta la durata della permanenza dei bambini a scuola - parlavano ogni volta di danni arrecati ai minori disabili, Tutti a Scuola ha deciso di procedere con le richieste di risarcimento. Questa firmata dal presidente della terza sezione del Tribunale, Giovanni Tedesco, apre dunque un nuovo fronte nella contrapposizione tra le famiglie dei piccoli disabili e l'amministrazione della scuola. È un precedente che non resterà isolato. «Appare infatti evidente - si legge nel dispositivo della sentenza - che il ritardo nell'attribuzione del sostegno scolastico per l'intero orario ha inciso negativamente sia sul profilo di apprendimento del minore che sul suo rapporto con gli altri (e in particolare con gli alunni frequentanti la stessa classe), collocandolo in posizione di partenza svantaggiosa. Tale pregiudizio - prosegue il magistrato - può essere liquidato in complessivi 6 mila euro».
Ora l'amministrazione
dovrà pagare. E se l'esempio di Alessia verrà seguito dai genitori
degli altri 22 mila 200 studenti disabili della Campania (10.500 solo
a Napoli), per le casse dello Stato non sarà una passeggiata. |