Il ministro del Lavoro, Damiano: per gli statali stanziate risorse importanti.

"L'accordo è alla portata
poi toccherà al precariato" .

Bene le parole di Prodi sul tesoretto Pensionati e lavoratori sono una priorità
La durata dei contratti a tre anni? Sono sempre stato favorevole a questa opzione
Sul tavolo l'aumento economico di 101 euro e la durata dei contratti.

Luca Iezzi la Repubblica 28/5/2007

 

ROMA - Ottimista sul contratto con gli statali e soddisfatto per la conferma di Romano Prodi che il Tesoretto sarà utilizzato per la lotta al lavoro precario e il sostegno alle fasce socialmente più deboli. Il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, però non è sorpreso: «La lotta al lavoro nero e ad alcune forme di precarizzazione erano una priorità, lo abbiamo scritto nel programma - ricorda - le parole del premier, con cui sono in sintonia, confermano quell'orientamento». E poi rilancia: «Sul tavolo abbiamo già importanti proposte che riguardano pensionati e giovani: rivalutazione delle pensioni in essere, a partire da quelle più basse e riforma degli ammortizzatori sociali».
Ministro, il giudizio sull'operato del governo, lo stesso dialogo con i sindacati è appeso al rinnovo del contratto con gli statali. Oggi può essere la giornata decisiva?
«Sono ottimista, perché il governo ha già stanziato importanti risorse per il biennio 2006-07, mi auguro che a questo punto la buona volontà delle parti faccia il resto».
L'ipotesi di portare la durata del contratto a tre anni sia per la parte normativa che economica è la chiave per trovare un accordo o un ulteriore complicazione della trattativa?
«Sin da quando ero sindacalista sono stato favorevole al ritorno ai tre anni, penso che semplifichi il sistema: da più spazio alla contrattazione decentrata ed evita sovrapposizioni. Se poi si debba adottarla ora cominciando dagli impiegati pubblici è una valutazione che proporremo al sindacato».
Le parole del premier sulla destinazione del Tesoretto sono un ottima notizia, visto tra la notevole concorrenza per quelle risorse tra diversi ministeri. Si sente più garantito?
«Pensionati e lavoratori, specie i giovani, sono stati sempre una priorità, le parole di Prodi lo ribadiscono, ma nel frattempo abbiamo già ottenuto dei risultati: nella lotta al lavoro nero, grazie al pacchetto sicurezza sono emersi quasi 100 mila lavoratori nell'edilizia (dati Inail). Abbiamo sospeso ben 1100 imprese del settore in cui più del 20% dei dipendenti era al nero. Sulla stabilizzazione del lavoro poi abbiano ottenuto risultati importanti: nei call center 22 mila lavoratori sono passati dai contratti a progetto a contratti a tempo indeterminato».
Da più parti si chiede però anche un intervento sulla legge Biagi per ridurre il livello di flessibilità del lavoro
«Sulle fattispecie di contratto a tempo determinato proponiamo delle modifiche: vogliamo evitare l'eccesso del loro utilizzo, limitare il meccanismo delle proroghe e dare ai lavoratori precari un diritto di prelazione nel caso in cui quell'azienda si assuma a tempo indeterminato. Ma la vera leva per la stabilizzazione deve essere l'incentivo per le imprese. Attraverso il cuneo fiscale dal 2007 ci saranno 5 miliardi di euro di sconti sul costo del lavoro per le imprese che hanno lavoro stabile. Infine, alcuni contratti più precarizzanti come lo staff leasing, il lavoro a chiamata o il contratto d'inserimento saranno del tutto abolite»
E per il Tesoretto, quali saranno i suoi impieghi?
«Dei 10 miliardi di extragettito 2,5 sono per lo Stato sociale. Altre risorse potrebbero arrivare dai risparmi ottenibili con la fusione degli enti previdenziali. Con queste risorse possiamo riformare gli ammortizzatori sociali con l'obiettivo di dare più sicurezze. L'indennità di disoccupazione deve essere a disposizione anche del lavoro flessibile. Poi nel nuovo sistema previdenziale possono essere previsti meccanismi di solidarietà. Anche chi dovrà contare solo sui contributi versati durante la vita lavorativa potrà ottenere dei vantaggi»
La previdenza è l'altra fonte di grande insicurezza, si discute molto dei coefficienti, ovvero quanto la pensione di un lavoratore si allontanerà dalla sua retribuzione. Si può intervenire?
«Abbiamo proposto ai sindacati un confronto basato sui dati. Per chi andrà in pensione con il sistema misto o totalmente contributivo, cioè dal 2016 in poi, alcune stime dicevano che previdenza pubblica avrebbe garantito solo il 40% dello stipendio. Secondo noi la percentuale è intorno al 60% e può ulteriormente essere accresciuta. Abbiamo alzato l'aliquota contributiva per il lavoro a progetto dal 18% al 23% e vogliamo alzarla ancora. I processi di stabilizzazione stanno aumentando i contributi versati agli enti. Il nostro obiettivo è rendere possibili contribuzioni figurative anche per i periodi di disoccupazione, facilitazioni per il riscatto degli anni di università e la totalizzazione dei contributi versati ai diversi fondi pensione. Senza contare che l'avvio anticipato della previdenza complementare è già di per sé una prospettiva di maggior sicurezza ai giovani».