Confindustria per il rilancio da TuttoscuolaNews N. 293, 21 maggio 2007
Al seminario promosso dal MPI sull'istruzione tecnica e professionale (Roma, 16 e 17 maggio 2007) Gian Felice Rocca, responsabile di Confindustria per l'Education, era stato il più applaudito, perfino più di Romano Prodi, antico supporter dell'istruzione tecnica. Un successo che l'imprenditore, alla guida di un'azienda da 45.000 dipendenti (Techint), si era guadagnato con un discorso incalzante, pronunciato di fronte ad una platea formata soprattutto da presidi di istituti tecnici di tutta Italia accorsi a Roma forse proprio con la speranza di sentirsi dire le cose che Rocca ha potuto dire in modo più libero rispetto ai politici: che l'istruzione tecnica è stata ed è tuttora un pilastro dell'economia italiana, che la competitività dell'Italia dipende in larga misura dalle sue aziende industriali, che proprio per questo serve un rapporto più stretto tra gli istituti e le imprese per la definizione dei profili formativi e dei curricoli, e che in questa partita i presidi delle scuole autonome possono svolgere un ruolo decisivo, da veri manager, magari con la possibilità di reclutare gli insegnanti, premiare i migliori, e punire i lavativi. Concetti e proposte che Rocca ha ripreso anche nell'intervista rilasciata domenica 20 a Gabriela Jacomella del "Corriere della Sera", aggiungendo un'idea che nel seminario aveva formulato in termini meno espliciti: "crediamo che l'istruzione tecnica necessiti di uno statuto speciale, con scuole dotate di propri consiglieri e cda (consigli di amministrazione, ndr) spesso presieduti da industriali".
I cda d'altra parte esistevano anche in
Italia prima del varo dei consigli di istituto (1974), e sono previsti
nel Regno Unito per i "City Technology Colleges", istituiti da Tony
Blair proprio per rafforzare la cooperazione tra scuole tecniche e
aziende. "Se ripristineranno i cda nelle scuole", ha concluso Rocca,
"il mondo delle imprese è pronto a una chiamata in questa direzione".
Ma a quel punto, va detto, si porrà il problema di una chiara e
funzionale distinzione dei ruoli tra gli amministratori dei cda e i
dirigenti delle scuole. |