Tornano gli esami di riparazione?

a cura di Giuliano Adaglio, La Stampa  del 25/7/2007

 

Tra le possibili riforme del sistema scolastico, negli ultimi giorni è tornato d'attualità l'esame di riparazione. Durante l'incontro con i sindacati della settimana scorsa, il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni ha prospettato un ritorno al vecchio sistema di recupero, accantonato dieci anni fa dall'allora ministro D'Onofrio, sotto il primo governo Berlusconi.

La proposta di Fioroni nasce dall'analisi dell'attuale sistema dei debiti formativi e dei corsi di recupero che, a detta del Ministro, sarebbero inadeguati a combattere l'insuccesso scolastico. In particolare Fioroni sottolinea come le scuole superiori sarebbero poco propense ad attivare corsi di recupero durante l'anno scolastico, dato confermato da un recente monitoraggio del Ministero dell'Istruzione.

Resta da capire se ai proclami seguiranno i fatti e se, soprattutto, alla reintroduzione degli esami di riparazione seguirà un sostegno economico importante da parte del Governo. Nelle scorse settimane Fioroni aveva annunciato un fondo di 300 euro per ogni classe destinato all'attuazione dei corsi di recupero. Una decisione doverosa, dal momento che, secondo le ultime disposizioni, per accedere alla maturità gli studenti sono tenuti a recuperare i debiti pregressi entro la fine del quarto anno scolastico.

Il costo dell'esame di settembre non sarebbe certo inferiore, in termini di risorse economiche ma anche umane, tenuto conto della quantità di docenti necessari allo svolgimento dei test e delle interrogazioni. Una scelta difficile, che trova però il consenso pressoché unanime di associazioni di categoria e sindacati. Secondo il segretario della Cisl Scuola, Massimo Di Menna «i corsi di recupero hanno registrato forti limiti in ragione dell'assenza di verifiche sul superamento dei debiti». Di Menna sottolinea come la reintroduzione dell'esame di riparazione «andrebbe nella direzione giusta di dare più valore all'impegno e allo studio».

Più cauta appare la posizione di Enrico Panini, segretario della Flc Cgil: «La soluzione non può consistere nel ripristino puro e semplice dei vecchi esami di riparazione, che a loro volta furono aboliti proprio perchè considerati inutilmente vessatori ed inefficaci. Ciò che conta è che i giovani ricevano con chiarezza un messaggio: la scuola è un impegno che deve assorbire le loro migliori energie, è fatta di diritti e doveri, è un investimento sul proprio futuro».