Il manuale realizzato dal consiglio regionale a
spese pubbliche
Esalta i celti e accusa il '68 per le stragi. Intervento di Fioroni
"Via dalle scuole la Storia leghista"
Lombardia, polemiche sul libro di testo.
Laura Bellomo e Andrea Montanari, la Repubblica
19/7/2007
MILANO - La storia della
Lombardia a fumetti in salsa leghista, commissionata dal Consiglio
regionale lombardo e distribuita in tutte le scuole elementari e medie
lombarde da un editore varesino, a spese dei contribuenti, approda
sulla scrivania del ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, che
apre un'inchiesta e nei prossimi giorni potrebbe decidere sul ritiro o
meno del libro dal mercato.Nel volumetto, già arrivato in molti
istituti, nella storia lombarda sono i Galli e primeggiare e i bardi
cantano "We are the padan cocks", un doppio senso per esaltare le
virtù sessuali dei galli padani. Manzoni è citato solo perché sogna un
fumetto di Obelix e l'Unità d'Italia è stata fatta nel 1870 e non nel
1861. Si cita la spedizione dei Mille, ma senza Garibaldi e tantomeno
Mazzini. E, passato un secolo, le stragi di piazza Fontana e piazza
della Loggia sono attribuite al movimento studentesco. D'altronde la
civiltà camuna "era piuttosto evoluta" nel 3.000 dopo Cristo.
Sono solo alcuni dei molti strafalcioni pubblicati in un elegante
fumetto targato "Regione Lombardia", fortemente voluto nella passata
legislatura dal presidente del Consiglio lombardo, il leghista Attilio
Fontana, attuale sindaco di Varese. Varesino, infatti, è anche
l'editore che ha realizzato tutto per la modica cifra di 105mila euro.
Di cui 93mila per produrre il volume, 12mila per la progettazione più
2.000 per la distribuzione con tanto di prefazione dell'attuale
presidente del Consiglio regionale lombardo, un altro leghista, Ettore
Albertoni. Tutto naturalmente a spese dei contribuenti.
Ma da ieri la storia della Lombardia a fumetti è diventata anche un
caso politico. Già nei giorni scorsi i consiglieri regionali di Ds,
Rifondazione comunista e Verdi avevano chiesto di ritirare il volume
che è già stato distribuito in molte scuole lombarde. La richiesta è
stata ribadita ieri dalle associazioni dei familiari delle vittime
delle stragi, che hanno invitato il sindaco di Milano, Letizia Moratti
e il presidente della Provincia Filippo Penati a uscire da quello che
hanno definito "un assordante silenzio".
"Nel libro c'è un falso storico - spiega Manlio Milani, presidente
dell'associazione familiari delle vittime di piazza della Loggia - c'è
un'indicazione da falso storico che ci offende e offende anche chi è
morto perché in piazza per una manifestazione antifascista". "Siamo
offesi - aggiunge Stefania Dendena, che in piazza Fontana ha perso il
padre Pietro - perché sono passati anni da quelle stragi, ma c'è
ancora bisogno di occultare la verità e negare una storia che la
giustizia ha già accertato". L'Unione lombarda parla di "operazione
indecente" e di "mistificazione della realtà". "È assurdo attribuire
le stragi fasciste al movimento studentesco nato nel '68" - denunciano
il diessino Pippo Civati e il verde Carlo Moguzzi.
L'editore Pietro Marchionne si difende: "Abbiamo fatto un libro molto
bello, senza nessuna malafede". Il governatore Roberto Formigoni,
imbarazzato, si chiama fuori: "Francamente non l'ho letto, ma di libri
con errori ce ne sono migliaia al mondo". Il presidente leghista
Ettore Albertoni, invece, si infuria. E grida al complotto: "È tutta
colpa di una manovra delle sinistre altamente lesiva dell'onorabilità
e legittimità del Consiglio regionale lombardo. E proprio nel momento
in cui si sta consolidando all'interno dello stesso consiglio il
massimo consenso per l'attuazione della Costituzione e sembrano
concretizzarsi i temi per l'approvazione del nuovo Statuto di
autonomia della Lombardia". Ma il Carroccio lo lascia solo.