La mannaia del Bilancio sul Bersani-ter:
salta l'esenzione dell'Iva.

Sandra Cardi  da ItaliaOggi del 24/7/2007

 

Si andrà all'ennesima riscrittura. Il disegno di legge sulla scuola (Ac 2272 ter), conosciuto come Bersani-ter perché frutto dello stralcio del disegno di legge sulle liberalizzazioni, sarà nuovamente riscritto.

La commissione bilancio della camera, infatti, si appresta a dare parere negativo per mancanza di copertura finanziaria su molti punti dell'articolato.

Alcuni di questi saranno quasi certamente stralciati, altri verranno riscritti. Il parere mannaia della commissione presieduta da Lino Duilio è atteso per oggi.

Il ddl ritornerà così in commissione istruzione, da dove era partito, per un restyling al quale in verità già starebbero lavorando governo e maggioranza.

E che comporterà inevitabilmente un allungamento dei tempi di varo da parte della camera del provvedimento. È stata bocciata, per esempio, la norma che prevedeva l'esenzione dal pagamento dell'?Iva per gli acquisti di materiali legati all'attività didattica e amministrativa da parte delle scuole. La Bilancio ha ritenuto non sufficiente quei 25 milioni di euro che il governo contava di poter recuperare attraverso un aumento delle accise sui prodotti alcolici.

L'unica strada per superare le perplessità finanziarie, condivise per altro dalla ragioneria generale dello stato, sarebbe quella di un ridimensionamento della misura: non più l'esenzione totale dall'Iva ma un'imposta ridotta al 4%.

È quanto stanno vagliando esponenti di maggioranza per confermare l'intervento, seppure in misura ridimensionato rispetto alle origini.

Verso la riscrittura anche l'articolo sul tempo pieno. la reintroduzione dell'orario allungato ci sarà non solo per le elementari, come prevedeva il testo del governo, ma anche per le medie. a tutela però dell'invarianza della spesa si pretende che le cattedre necessarie per garantire l'orario prolungato sia individuato nell'ambito dell'0organico autorizzato dal ministero d ella pubblica istruzione di concerto con il ministero dell'economia. Un concerto, questo, che solitamente

scatta per l'organico di diritto. Una precisazione che fa sì che, almeno sulla carta, non vi sia possibile prevedere un aumento automatico degli organici per soddisfare le maggiori richieste di cattedre.

La battaglia, tra Istruzione ed Economia, sul maggiore personale necessario a tradurre il tempo pieno e prolungato da principio a fatto è solo rinviata.

Verso la riscrittura anche l'articolo 1, comma 26 che toglie dalle casse delle scuole l'onere per la Tarsu, la tassa sui rifiuti per la quale quasi tutte le scuole sono indebitate con i comuni di appartenenza. Sarà direttamente il ministero della pubblica istruzione a pagare ai comuni la tassa, in base al numero degli studenti, aveva previsto il governo, per la somma massima di 38,734 milioni di euro l'anno. Resta la novità, solo che dovrebbe decorrere non più dal 2007, ma dal 2008.

Per l'anno in corso, dunque, la tassa spetta ancora alle scuole. Altri milioni che si aggiungeranno al debito di quasi un miliardo che le gli istituti hanno maturato, tra supplenze, Tarsu e forniture, negli ultimi anni.