Paola Mastrocola "Era una farsa.
Ora l’esame torna a far paura".
Francesco Olivo, La Stampa del
27/7/2007
TORINO
«Finalmente»! Per Paola Mastrocola, scrittrice e insegnante in un
liceo di Torino, «l’aumento di bocciati è un buon segnale».
Professoressa, nel 2007 la percentuale
dei bocciati alla maturità è raddoppiata. Non è che dopo anni di
promozioni di massa siete diventati improvvisamente più cattivi?
«No, non è questo il fatto. Secondo me è un dato molto positivo, un
buon segnale per chi ha a cuore la serietà della scuola italiana. Vuol
dire che l’esame finale torna e essere un ostacolo, non più la farsa
degli ultimi anni».
Una farsa?
«Il problema era delle commissioni interne: negli esami dopo la
riforma lo studente aveva i propri professori, spesso quelli del
triennio. E’ normale che il giudizio sui ragazzi si fosse già
consolidato durante l’anno scolastico. Se un professore dava 8 in
italiano a giugno, difficilmente poi dava 5 all’esame un mese dopo.
Gli studenti non avevano nessun timore, così quello non era più un
esame, ma un banale scrutinio».
Ora cosa è cambiato?
«La commissione è tornata e essere formata da commissari esterni
restituendo serietà all’esame, e questi dati lo dimostrano. Poi c’è un
altro elemento da sottolineare quello della valutazione dei
professori».
Perché?
«Se una classe consegue buoni risultati significa che anche il
professore ha svolto bene il proprio lavoro. Quindi, quando un
insegnante fa parte della commissione che giudica i propri ragazzi,
fatalmente i voti sono più alti, è umano che sia così».
In fondo si può dire che questa è già
una valutazione dei dipendenti pubblici
«In un certo senso sì, c’è una valutazione esterna del lavoro degli
insegnanti. Ovviamente si tratta sempre di una cosa tra noi colleghi,
ma comunque è un giudizio che viene da persone che lavorano in altre
scuole, in altre città».
Che cosa cambia per un professore
quando sa che non sarà lui a giudicare la propria classe nella prova
finale?
«Beh, cambia molto. Le faccio un esempio: se un insegnante fa parte
della commissione d’esame della propria classe è meno vincolato nei
programmi. Un professore di italiano può tranquillamente terminare il
programma con D’Annunzio senza andare oltre, ma se c’è un commissario
esterno non può permettersi di non far studiare ai ragazzi gli autori
più recenti».
Dai dati pubblicati ieri, emerge anche che le
ragazze hanno in media voti più alti. Perché?
«Quello è un dato che non mi sorprende affatto, le studentesse sono
più diligenti, di norma si preparano meglio. Poi, però, nei maschi ci
sono le eccellenze. Ma è un discorso più generale, non è una cosa che
riguarda solo l’esame di maturità».