Ritorno esami di riparazione?
Addetti ai lavori divisi.
dall'ApCOM
31/7/2007
Roma, 31 lug. (Apcom) - Il mondo della scuola
accoglierebbe con animi diversi il ripristino degli esami di
riparazione negli istituti superiori, ipotesi annunciata ufficialmente
oggi dal ministro Giuseppe Fioroni. D'accordo con l'idea di tornare
alle 'vecchie' verifiche di settembre sarebbero la Uil Scuola, lo
Snals, la Gilda e l'Anp. Più propensi ad un miglioramento degli
attuali corsi pomeridiani svolti durante l'anno sarebbero invece la
Flc-Cgli, la Cisl Scuola, l'Unione Studenti e il Moige.
Secondo Massimo Di Menna, segretario della Uil, reintrodurre gli esami
'storici' di riparazione "andrebbe nella direzione giusta di dare più
valore all'impegno e allo studio: attenzione però a ben
regolamentarli". Anche per Marco Paolo Nigi, segretario dello
Snals-Confsal, uno dei sindacati più contrari all'abolizione nel 1995
degli esami di riparazione ad opera dell'allora ministro D'Onofrio,
"va bene l'inversione di tendenza che pare si voglia imprimere, a
patto che venga sostenuta da azioni coerenti".
Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti,
taglia corto e definisce l'eventuale ripristino degli esami d'inizio
anno scolastico "ragionevole e sensata". Più elaborato il pensiero di
Giorgio Rembado, presidente dell'Anp - l'Associazione nazionale
presidi, per il quale il "sistema di debiti non funziona ed incentiva
comportamenti elusivi rispetto alla serietà degli studi. Bisogna
uscirne, superando uno strumento che non ha dato i risultati attesi:
se la via per abbandonare l'inefficace sistema di debiti è il
ripristino degli esami di riparazione - conclude Rembado - ben
vengano: non saremo certo noi a scandalizzarcene".
Un pensiero condiviso anche da un gruppo di docenti che precedendo le
dichiarazioni odierne del ministro Fioroni ha lanciato da qualche
settimana una petizione via internet, rivolta sia al governo che allo
stesso ministro della Pubblica Istruzione, con l'intento di cancellare
il "sistema dei debiti e dei crediti - si legge nel documento - la cui
introduzione ha costituito un grave danno per la scuola italiana, con
gravi ripercussioni su tutto il sistema paese".
Di tutt'altro avviso è invece la Federazione dei lavoratori della
conoscenza Cgil, il cui leader, Enrico Panini, sostiene che "non c'è
alcuna formula salvifica da ripristinare e in ciò non siamo d'accordo
con l'ipotesi ventilata dal ministro Fioroni di ripristino degli esami
di riparazione. Quel che occorre fare - ha detto Panini - è un
monitoraggio serio per capire quali sono le ragioni per le quali le
attività di recupero sono svolte in modo limitato ed intervenire per
rendere possibile con gli opportuni strumenti".
Il segretario della Cisl Scuola, Francesco Scrima, non sembra
entusiasta dell'idea di Fioroni: per lui rappresenterebbe uno
spostamento del problema su studenti e famiglie. "Bisogna evitare il
lezionificio - ha detto Scrima - quel sistema di lezioni a pagamento
che non tutti si possono permettere: meglio verificare la risposta che
daranno le scuole all'invito del ministro a darsi da fare. Se ci
saranno più fondi, infatti, la situazione potrebbe anche sbloccarsi".
Resistenze arrivano anche dall'Unione degli studenti: per Roberto
Iovino, coordinatore nazionale dell'Uds "quel che serve non è un
ritorno all'antico piuttosto un sistema scolastico che attui
obbligatoriamente i corsi di recupero, che sono un diritto degli
studenti e poi una verifica 'spalmata' su più prove, per favorire il
recupero".
Per il Moige, Movimento italiano genitori, "la proposta del ministro
sembra più che altro una provocazione: ciò che conta è invece ridare
al risultato scolastico tutta la sua serietà e importanza rimettendo
al centro il merito. Meglio quindi potenziare l'utilizzo degli Idei (i
finanziamenti degli attuali corsi di recupero svolti a scuola n.d.r.)
ed essere 'più severi' nella valutazione degli alunni".
Ha voluto dire la sua anche l'artefice dell'abolizione degli esami di
settembre, l'allora ministro dell'Istruzione Giuseppe D'Onofrio:
"l'eliminazione degli esami di riparazione decisa nell'anno scolastico
1994-95 la ritengo una decisone molto giusta - ha fatto sapere oggi
D'Onofrio - ma, così come sono, i corsi di recupero non mi sembrano
fatti bene: all'epoca avevo idee ben diverse su come si dovessero
svolgere".
In un ambiente così diviso non sarà certo facile per viale Trastevere
trovare la soluzione migliore per uscire da un quadro generale di
preparazione dei nostri studenti decisamente mediocre: solo uno su
quattro riesce infatti a recuperare le insufficienze; con tre studenti
su quattro che sostengono gli esami e si diplomano pur avendo delle
lacune non colmate. Determinante, a questo punto, sarà il parere della
Commissione nazionale per la crisi delle materie scientifiche,
annunciata oggi da Fioroni, ed in particolare della matematica,
materia nella quale solo uno studente su quattro riesce a colmare il
debito.
Comunque vada, dal prossimo settembre la scuola riprenderà con il
sistema in vogore dei debiti formativi. Anzi, da viale Trastevere in
questi giorni sta giugendo uno sforzo economico che incentiva proprio
la loro organizzazione: per ogni docente di scuola superiore verranno
infatti garantiti 300 euro, per uno stanziamento complessivo di 30
milioni di euro.
La nuova maturità impone infatti, anche se solo dal 2008/09, che i
candidati agli esami di Stato si presentino alle prove senza alcun
debito formativi. Le scuole, quindi, sono state messe nelle condizioni
migliori per realizzare i corsi. Poi se non ci riusciranno potrebbe
davvero aprirsi la porta al ritorno agli esami riparatori da preparare
durante l'estate a sostenere a settembre.