Merli e cretini.
Gianfranco Giovannone da
DocentINclasse, 27/7/2007
In seguito all’episodio dell’alunno di Gela che
una professoressa ha invitato ad abbandonare la scuola perché gay,
Francesco Merlo (Repubblica del 27 luglio 2007) si è lanciato in una
irresponsabile sparata contro la scuola italiana:
“La verità è che è finita ormai fuori controllo la scuola italiana.
Non è più il luogo del sapere depositato e neppure della vecchia, cara
contestazione libro contro libro, figli contro padri, ma è il luogo
dei poteri volgari , del sesso maltrattato, del videotelefonino che
sembra promuovere ogni cretino in un Fellini o in uno “scoopista” alla
Corona, del professore ridotto a travet sformato e malinconico da un
salario da poveraccio, è il luogo delle denunzie penali come prassi
quotidiana, ma anche come devastante spauracchio
Non è più Dante il protagonista o l’antagonista delle nostre
intelligenze in erba ma è appunto Fabrizio Corona, maschio palestrato
e armato di cannocchiali, zoom, macchine fotografiche, videofonini:
una tecnologia al servizio del ricatto, che fissa immagini fino al
riscatto del ricatto. La scuola non è più una palestra di terzine ma
di tatuaggi, non si vive di Promessi Sposi ma di tracotanze.
Oggi la scuola italiana è l’imperio del luogo comune, è il trionfo
della cecità mentale che ti porta a biasimare e a umiliare il diverso.
La scuola in Italia è diventata il suo contrario. Da luogo di
formazione dell’elite a luogo deformazioni di massa”
Un articolo che non avrebbe sfigurato nella parte del mio libro
dedicata alle amenità mediatiche attorno alla nostra scuola. Viene da
chiedersi se Francesco Merlo abbia riletto l’articolo prima di
pubblicarlo. La scuola italiana non è, neanche lontanamente, quella
che lui dipinge. Però, con tutto quello che è successo in questo anno
davvero terribile, non si può negare che purtroppo la scuola italiana
di oggi sia anche questo.
Per dirne una, io non sono affatto sicuro che la maggior parte degli
insegnanti abbia nei confronti del bullismo (e dei suoi squallidi
dintorni) la percezione di quanto sia grave e devastante per quanti
sono costretti a subirlo, e ho l’impressione che attorno al fenomeno
vi sia spesso una colpevole “distrazione”.
Qualche tempo fa declinai l’invito a partecipare ad una trasmissione
di SkyTG24 quando mi venne detto che avremmo dovuto discutere di una
professoressa che si lasciava palpeggiare il sedere dai ragazzini
delle medie. E’ solo una cretina, mi dissi, non ne vale la pena.
Comincio a pensare però che di cretine e di cretini tra i nostri
colleghi ce ne siano un po’ troppi.
Gianfranco Giovannone