Vincenzo Brancatisano

Si spazzi via il Superporcellum di montagna.

da vincenzobrancatisano.it, 20/6/2007

 

Un decreto legge urgente sulla questione del doppio punteggio di montagna. La richiesta di risolvere per via normativa la grave situazione indotta dall’ordinanza del Tar del Lazio è stata rivolta al Ministero della Pubblica Istruzione che, come abbiamo riferito ieri, affida al proprio consulente legale lo studio dell’ipotesi di agire in appello presso il Consiglio di Stato ritenendo evidentemente non percorribile la strada indicata dai giudici amministrativi, che ha ridato una speranza in più a tanti docenti precari che da tempo premono per il riconoscimento del doppio punteggio. Il decreto legge dovrebbe introdurre – nelle intenzioni di chi lo chiede e in linea con la decisione della Consulta  – l’abrogazione retroattiva del contestato bonus attraverso una rettifica della norma della legge finanziaria attuale, che invece lo ha abrogato solo a partire dal 1 settembre 2007. Una norma, quest’ultima, che ha così spinto anche quest’anno molti precari a rincorrere il miraggio di una supervalutazione capace di consentir loro di scavalcare i colleghi oppure di difendersi da chi avesse scelto la montagna al proprio posto. Una norma, voluta fortemente dai sindacati della scuola, che doveva difendere la certezza del diritto – si disse –  e che ha invece prodotto, come avevamo previsto, i risultati effimeri che sono sotto gli occhi degli interessati: 1) qualche mese di gioia settembrina fino alla doccia fredda della Consulta per chi aveva ottenuto la cattedra o magari solo un’ora (sette insegnanti su una cattedra, ricordate?) in montagna, e  magari con una gravidanza che ti evita di uscire di casa col pupo che ti conta i doppi punti; 2) qualche giorno di brindisi estivo per i precari che attraverso la leva della legge finanziaria hanno convinto delle proprie ragioni il Tar del Lazio, ma non gli Uffici scolastici provinciali che non hanno neppure redatto un comunicato per spiegare le motivazioni per cui non hanno dato applicazione all’ordinanza: forse non era dovuto per legge, ma un gesto di cortesia avrebbe contribuito a rasserenare gli animi. Il Ministero secondo quanto comunicano i sindacati in queste ore, sai che sforzo, ricorrerà al Consiglio di Stato, e se il Consiglio (che in genere si pronuncia in tempi brevissimi) desse torto al Tar la sbornia svanirebbe. Se il Consiglio di Stato invece desse ragione al Tar, le conseguenze sarebbero enormi, anche se affrontabili. Slitterebbero le immissioni in ruolo e delle graduatorie ad esaurimento definitive, previste per metà luglio, si vedrebbero le tracce a settembre, magari ad anno scolastico iniziato, si produrrebbe altro contenzioso giudiziario, ma tutto sommato non sarebbe una novità. Il richiesto decreto legge con abolizione retroattiva del doppio punteggio, una decisione che, sul piano della psicologia dei ministri è agevolata dalla sentenza della Corte Costituzionale che ha bollato il Superporcellum con il marchio dell’illegittimità, non foss’altro (ma c’è pure altro) per contrarietà al buon andamento della Pubblica Amministrazione, sanerebbe definitivamente la questione. Una questione che più passa il tempo più diviene dolorosa quanto agli effetti che qualunque decisione che vantasse velleità di soluzione potrebbe produrre. Si pensi a quanto dolore sarebbe stato evitato se gli appelli di questo sito, scritti fin dai primi grugniti del Superporcellum, fossero stati accolti. Abrogate la porcata!, dicevamo già nel 2004, ma i sindacati erano già all’opera per riempire di punti i moduli di chi s’era messo in fila per raccogliere la propria parte di  manna caduta dal cielo grazie alla quale ha poi scavalcato colleghi incolpevoli ed è pure passato di ruolo; la Casta neppure sa quello che scrive nelle leggi e figurarsi cosa gliene importa della materia scolastica, guardate come hanno ridotto la scuola italiana e l’università. E i precari? Per molti la retroattività può essere legittima o non legittima, decente o non decente, a seconda della convenienza personale: all’epoca se si veniva dalla montagna conveniva essere “retroattivi”, non importa che quella retroattività danneggiasse il prossimo, oggi anche se si proviene da quella stessa montagna la retroattività è invece uno scandalo, un’ignominia. Dunque, ministro Fioroni, metta fine a questa barzelletta. Lei ha in mano un’occasione d’oro per passare alla Storia. Scenda in campo, ci metta la faccia. Faccia come il Bertolaso, che affronta in prima persona i dannati scalpitanti della monnezza e non stia dietro le quinte. Lo faccia questo decreto legge. Abroghi il Superporcellum con effetto fin dal 2004. E poiché  la Corte Costituzionale non ha potuto tanto, aggiunga due postille alla novella. Prima postilla: si estirpi come sosteniamo da tempo anche quell’altra bizzarra e indecente fattispecie rappresentata dal doppio punteggio previsto per il servizio svolto in carcere, e per quello conseguito nelle isole minori e presso le scuole elementari pluriclasse. Seconda postilla: si revochi il ruolo – come pure sosteniamo da tempo – a chi di ruolo è passato grazie al Superporcellum. Terza postilla: si risarciscano economicamente tutti i danneggiati, si organizzi una cena riparatrice e si addebitino successivamente, pro quota, a tutti i parlamentari (tranne chi ha votato contro) che hanno partorito la porcata nella primavera 2004 con obbligo di scuse formali alla categoria. I sindacati – è vero –  non gliela perdonerebbero e la Corte Costituzionale – vero pure questo – apporterebbe entro un anno qualche prevedibile modifica. Ma tra tutte le soluzioni possibili – ci rifletta su – quella appena prospettata è senz’altro quella meno nociva.