A ForlÌ - Cesena le scuole migliori.

da Tuttoscuola, 12/6/2007

 

Sono le scuole della Provincia di Forlì-Cesena le migliori d’Italia, quelle che complessivamente ai migliori risultati scolastici degli studenti e alla qualità dei livelli di istruzione, coniugano una corretta gestione del personale, adeguate dotazioni didattiche e informatiche, interventi e politiche finanziarie virtuose degli enti locali e una buona funzionalità dei servizi e degli edifici scolastici. A ruota seguono le scuole delle Province di Parma, Biella, Piacenza e Savona, dove si offre globalmente un servizio di miglior qualità a studenti e famiglie. Al fondo della classifica, maglia nera per Nuoro, Sassari, Oristano e, a sorpresa, per le scuole della Provincia di Lucca.

Sono i risultati del 1° Rapporto sulla qualità nella scuola, realizzato da Tuttoscuola, il mensile per insegnanti, genitori e studenti che per la prima volta ha realizzato una classifica delle Province e delle regioni in base alla qualità del sistema di istruzione. La graduatoria deriva da 152 indicatori tratti dalle ultime rilevazioni ufficiali (Ministero della Pubblica Istruzione, Istat, Ministero dell’Interno, Ragioneria Generale dello Stato, etc). Una base dati imponente - complessivamente oltre 63.000 dati - elaborata con rigore scientifico, da cui si ricava una approfondita e inedita radiografia del sistema scolastico del nostro Paese. Un lavoro unico: in 150 anni di storia della scuola italiana non era mai stato possibile stilare una classifica in base a criteri di qualità e analizzare così, con cognizione di causa, i punti di forza e di debolezza delle diverse aree territoriali del Paese.

E’ Forlì-Cesena - secondo il Rapporto Tuttoscuola - a conquistare il gradino più alto della classifica. Ma è complessivamente tutta l’Emilia Romagna ad essere promossa a pieni voti. Al secondo posto c’è infatti Parma, al quarto Piacenza, al nono Reggio Emilia e al decimo Ravenna. Nella top ten al terzo posto c’è Biella, al quinto Savona, al sesto Macerata (unica provincia non del nord tra le prime 10). Tra le grandi città molto bene Milano, al settimo posto, Torino al dodicesimo, Ancona al tredicesimo. Più sotto Bologna, al 31mo posto, e ancora più giù Roma, quarantaseiesima, ma comunque al di sopra della media nazionale.

In fondo alla classifica - secondo il Rapporto Tuttoscuola - Palermo, Napoli e Cagliari, al 93mo, 94mo e 95mo posto. Ma soprattutto va male Firenze, 78ma addirittura dopo Teramo, Campobasso e Reggio Calabria. Un risultato negativo che si riflette su tutte le scuole della Toscana, che si piazzano male anche nella classifica delle Regioni. La Toscana è 14ma, dopo l’Abruzzo e prima del Molise, comunque - e a sorpresa - al di sotto della media nazionale. Dopo l’Emilia Romagna, ottimi piazzamenti per la Lombardia (che è seconda) seguita da Marche, Piemonte e Friuli. In fondo alla classifica rispettivamente Campania, Sicilia e Sardegna. Lo studio ha permesso di stabilire che la regione con la migliore dotazione informatica delle scuole è la Puglia, che la città con gli studenti più bravi (o meglio, con gli studenti che conseguono i migliori risultati scolastici) è Crotone e che, secondo le prove dell’Invalsi, gli alunni delle scuole del Sud ottengono migliori risultati nelle scuole primarie, mentre sono quelli del Nord a guidare la graduatoria nella scuola secondaria di primo grado.

E non solo. Il Rapporto Tuttoscuola rivela che il 64 per cento delle scuole primarie dispone del servizio di mensa scolastica ma solo poco più della metà degli alunni (il 52 per cento) se ne avvale, che nelle comparazioni internazionali l’Italia occupa la parte bassa della classifica, ma che gli studenti del Nord-Est sono tra i migliori in matematica e infine che le Province riescono a pagare per l’istruzione – nell’esercizio di competenza – solo il 38 per cento degli impegni di spesa assunti nel bilancio annuale.

Una conclusione ben precisa: occorre restituire al sistema scolastico italiano una chiara, riconoscibile e riconosciuta dimensione istituzionale, un ruolo e una funzione educativa che oggi sembra essersi appannata. Occorre cioè che tutti considerino la scuola, il sistema scolastico nel suo insieme, come una grande istituzione del Paese.