UNA PIOGGIA DI CERTIFICATI MEDICI
"Malati di maturità" La fuga dei professori.
Una riunione di commissari a Torino: chi ha
accettato è già al lavoro
Torino e Roma, un commissario su quattro diserta
Flavia Amabile, La Stampa del
18/6/2007
ROMA
La voce girava da giorni fra gli addetti ai lavori. Vedrete che lunedì
quando ci metteremo al lavoro sulle commissioni per gli esami di
maturità saremo sommersi di certificati medici. Lunedì è arrivato -
era ieri - e gli uffici delle direzioni scolastiche di tutt’Italia si
sono davvero riempiti di fogli che chiedevano l’esonero di centinaia e
centinaia di professori per malattia.
L’improvvisa epidemia è stata particolarmente forte in alcune città: a
Torino, dove il 24% circa dei docenti rimarrà a casa, a Roma e Napoli
dove, in base alle prime stime, più di un professore su quattro ha
preferito rispondere con un certificato medico all’impegno in
commissione. A livello provinciale, a Roma e Mantova siamo intorno al
20% di rinunce: almeno 600 certificati su 3600 commissari nella
provincia di Roma e una media di due rinunce per commissione (formata
da sei membri) per la provincia di Mantova. Meno drammatica la
situazione a Milano e Genova dove i certificati si ridurrebbero a
poche decine, (a Milano in particolare 35 presidenti su 612 avrebbero
dato forfait).
Questo è quanto trapela dagli uffici delle direzioni scolastiche al
termine del primo frenetico giorno di lavoro. Al Ministero per la
Pubblica Istruzione fanno sapere che saranno in grado di fornire
informazioni ufficiali solo quando i docenti entreranno in classe,
ovvero domani.
Ma quel che sta accadendo lo spiega il presidente dell’Associazione
Presidi Giorgio Rembado. «La pioggia di certificati medici non è che
una conferma di quello che intuivamo. Quest’anno la commissione è
formata per il 50% da docenti esterni e l’esperienza ci insegna che in
queste situazioni le defezioni sono elevate. Per capire se ci troviamo
di fronte a un fenomeno straordinario il confronto andrà fatto
rispetto agli anni delle commissioni formate nello stesso modo».
Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil, aggiunge un tassello. «I
problemi sono due - spiega -. C’è di sicuro un adattamento al nuovo
tipo di commissione che fa aumentare le rinunce ma esiste anche un
problema economico: le retribuzioni sono “sparagnine”, e comunque non
adeguate rispetto al carico di responsabilità legato all’esame».
Proprio ieri il Ministero, dopo settimane di attesa, ha reso pubblici
i compensi per i commissari. Gli esterni guadagneranno dai 128 ai 159
euro lordi in più e i presidenti tra i 28 e i 49 euro in più. Per gli
interni invece l’aumento è solo lievemente superiore. Soddisfatti i
sindacati? Non sembra. La Flc-Cgil spiega che il Ministero «ha
aggirato il testo normativo che parlava di compensi in soluzione
unica, il che avrebbe comportato una diminuzione dei compensi netti
rispetto a quelli erogati negli anni precedenti».
Se poi ci si vuole addentrare fra le paure dei professori dal
certificato facile bisogna andare a parlare con Daniela Ferrari,
professoressa all’Istituto d’Arte di Guidizzolo, in provincia di
Mantova. «Siamo in 34 docenti, ancora non siamo stati pagati per
l’esame dello scorso anno». Nelle loro condizioni, denunciano i
sindacati, ci sono molti altri professori in tutt’Italia. Eccola la
vera paura dei professori: lavoreremo e nemmeno verremo pagati.
Daniela Ferrari, ancora scottata per i soldi dell’esame 2006, ha
chiesto di diventare presidente di commissione. «Il presidente lo
scorso anno lo hanno pagato», spiega. Marta Bonifaci, docente di
Forlì, quest’anno commissario esterno, preferisce una provocazione: «E
se agli orali facessimo sciopero? Forse il governo capirebbe che non
può trattare così i professori!».