Lettera aperta al Presidente del Consiglio di Antonio Cucciniello 22/06/2007.
E’ con profonda amarezza che osservo la progressiva degenerazione del nostro sistema politico-sociale (molti rappresentanti delle varie “caste”, politici, imprenditori, magistrati, giornalisti, sottovalutando il rischio di un forte aumento del qualunquismo antipolitico, continuano a litigare con tutti e su tutto per farsi notare o per dare “spallate”) ed il crescente degrado della nostra società (dalla spazzatura reale a quella politico- finanziaria, dalla volgarità mediatica a quella dei cittadini). Come possiamo, inoltre, contrastare “la devastazione delle coscienze, della cultura, dei comportamenti e dei modi di sentire e di pensare prodotta dalla televisione commerciale” per dirla con Scalfari in un editoriale su “La Repubblica” del 17 giugno 2007? Recentemente Lei ha ricordato che il Suo Governo, con la legge finanziaria, “in modo silenzioso” ha diminuito del 30% “la prebenda” dei Ministri e ha annunciato la presentazione di un disegno di legge per la riduzione dei costi della politica. Premesso che, forse, il Paese avrebbe accettato più volentieri una finanziaria di sacrifici se contemporaneamente avesse almeno intravisto l’inizio di una vera lotta agli sprechi della politica ed ai privilegi degli eletti, spero che il Consiglio dei Ministri non perda altro tempo, approvi il disegno di legge promesso e chieda al Parlamento, alle Regioni, ecc. di diminuire subito le prebende dei parlamentari e dei Consiglieri; poi, con voce “baritonale”, Lei dica che i risparmi ottenuti (un vero tesoro, altro che “tesoretto”) potrebbero essere utilizzati soprattutto per una grande battaglia contro il degrado culturale del Paese, presupposto indispensabile anche per la dialettica politica di un paese civile. Penso, ad esempio, all’utilizzo formativo della televisione pubblica con martellanti campagne pubblicitari per indurre le persone a comportamenti più responsabili (traffico e rispetto del codice della strada, pulizia del territorio, lotta agli sprechi dell’acqua e dell’energia, ecc.) ma soprattutto a modifiche radicali e di ampio respiro delle politiche scolastiche attuate negli ultimi trent’anni. Nel merito, credo che non siano più rinviabili interventi relativi al rispetto delle regole scolastiche con nuove norme sui diritti e sui doveri da parte di tutte le componenti (non è possibile che un genitore possa denunciare anche l’insegnante che interviene a difesa degli alunni più “deboli”) ed al ripristino, nella scuola secondaria, del 7 in condotta e degli esami di riparazione dando agli alunni la possibilità di frequentare seri e rigorosi corsi di recupero non solo nei primi giorni di settembre ma durante tutto l’anno e nel periodo delle “vacanze estive” (corsi con 2-3 alunni, con docenti volontari pagati bene). Ma la misura più lungimirante potrebbe essere quella di assegnare molte Borse di Studio agli studenti meritevoli dell’Università, soprattutto delle Facoltà Scientifiche, e della Scuola Media inferiore e superiore, in particolare degli istituti Tecnici che stanno diventando residuali (penso agli studenti che, pur non ottenendo risultati brillanti, evidenziano progressi, impegno sistematico, rigorosi stili di apprendimento, atteggiamenti di rispetto e di disponibilità nei confronti dei compagni/e di classe); più di tutte le altre, questa misura sarebbe un forte segnale di discontinuità rispetto al passato e, forse, premiando comportamenti positivi, potrebbe costituire un antidoto contro il bullismo e indurre non solo gli studenti ma anche i genitori a più serie riflessioni sull’importanza delle scuola e della cultura. Distinti Saluti; Antonio Cucciniello Induno Olona, 22/06/2007
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