Si rischia la paralisi di molte delle 12mila commissioni d'esame.

 Il prof di matematica? Interroga in filosofia.

Il pasticcio dei docenti nominati commissari su materie che non conoscono:
il ministero ricorre ai giovani laureati e ai precari

 Il Corriere della Sera dell'8/6/2007

Professori laureati in giurisprudenza, chiamati a fare i commissari di economia aziendale. Docenti di matematica nominati come commissari di fisica e addirittura di filosofia. Sono numerose le segnalazioni di insegnanti nominati come commissari esterni agli imminenti esami di maturità, su materie che non insegnano, di cui non hanno competenza e in certi casi nemmeno l’abilitazione. «Insegno matematica, mi trovo commissario di filosofia – spiega un professore di Pordenone - : mi riciclo anche al pensiero di Socrate e Wittgenstein, ma il problema vero non sono le domande, piuttosto le risposte: chi mi suggerisce?». Un pasticcio al quale il ministero della Pubblica Istruzione sta frettolosamente cercando di trovare una soluzione. Il problema nasce a seguito del scarsità dei docenti di alcune particolari materie, come diritto e fisica: la banca dati informatica del ministero, il «cervellone» di Monteporzio Catone, ha allora automaticamente assegnato i docenti che rientrano nelle macro-aree disciplinari più affini. Quella che doveva essere però un’ipotesi residuale, un eccezione, è diventata per certe materie l’unica possibilità. Il rischio è che, per evitare situazioni imbarazzanti, i docenti nominati su materie che non conoscono possano diplomaticamente ammalarsi in massa e ricorrere al classico certificato medico che giustifica l’impossibilità a far parte della commissione.

I sindacati parlano di «evidente incompetenza». «Soprattutto per la parte dei docenti che possiedono la laurea in giurisprudenza o in scienze politiche. A quanto sembra però il ministero non fornisce un criterio preciso per selezionare le diverse situazioni e lascia quindi agli uffici periferici il compito di decidere caso per caso», sostiene la Flc-Cgil. La situazione, visti anche i precedenti degli ultimi anni, è tutt’altro che da sottovalutare: negli esami di Stato sono infatti coinvolti oltre 110mila professori, di cui 37mila esterni e 73mila interni, a cui bisogna aggiungere più di 12mila presidenti supervisori. Per prevenire situazioni poco gestibili a ridosso delle prove scritte, e delle ferie, il ministero dell’Istruzione ha fatto sapere, tramite una nota del direttore generale Mario Dutto, che il problema dovrà essere risolto nei prossimi giorni «provvedendo, eventualmente, - si legge nella nota - alla revoca della nomina, qualora il docente interessato ne faccia richiesta, motivata da assenza di specifica competenza professionale».

In pratica, se il docente dovesse ammettere la propria incompetenza, saranno direttamente gli Uffici scolastici provinciali (gli ex provveditorati) a sollevarlo dall’incarico. Gli stessi Usp, a quel punto, saranno autorizzati a ricorrere ai neolaureati o ai giovani supplenti che pur non avendo specifica esperienza in campo scolastico possono almeno vantare conoscenze dirette della materia. Già da oggi, gli Uffici scolastici hanno iniziato a verificare, attraverso il «sistema informativo», la possibilità di estrapolare dagli elenchi degli aspiranti di ruolo ancora non nominati se vi siano docenti nelle condizioni di subentrare. E’ dallo stesso ministero che però si fa esplicito riferimento alla possibilità di attingere ad «eventuali aspiranti - sottolinea la nota - che hanno dato, in sede locale, la loro disponibilità per la nomina». L’impressione è che sarà proprio quest’ultima soluzione, quella dei giovani laureati e del personale precario, la più utilizzata per mettere a posto i numeri delle oltre 12mila commissioni e far partire senza intoppi gli esami di Stato del 2007.