Italia 2007: da TuttoscuolaNews N. 298, 25 giugno 2007
Il "1° Rapporto sulla qualità nella scuola" di Tuttoscuola presentato due settimane fa a Roma, ha destato molto interesse per le sue graduatorie e per la mole di indicatori impiegati, ma ha anche messo in evidenza un aspetto decisivo del nostro sistema di istruzione, forse sottovalutato da molti, che merita di essere approfondito. Parliamo della disomogeneità del sistema scuola, messa in evidenza da molti dei 152 indicatori del Rapporto. Quando i dati di un indicatore sono di valore omogeneo, con scarti piuttosto contenuti rispetto alla media, la forbice tra i valori diventa contenuta e le differenze rientrano nella fisiologia della situazione rappresentata. Ma se, invece, i valori di un indicatore sono fortemente differenziati tra loro, con scarti significativi, la situazione segna uno squilibrio che può essere patologico. Il sistema di istruzione italiano è complesso e registra naturalmente diversità negli indicatori che lo connotano, ma ci sono situazioni con differenze molto accentuate. Troppo. Al di là delle classifiche, è questo uno dei principali elementi di conoscenza che si traggono dal Rapporto. Molti indicatori del Rapporto registrano infatti percentuali di variabilità che si avvicinano al 50% e in non pochi casi superano anche tale valore, a riprova di una situazione diffusa di squilibri. È il caso, ad esempio, degli indicatori relativi alla percentuale di classi a tempo pieno (59%), ai beni patrimoniali delle scuole (variabilità tra il 35% e il 43%), alle spese per l'istruzione degli Enti locali (percentuale di variabilità tra il 52% e il 79%), alle certificazioni di agibilità igienico-sanitaria (34%), ai servizi di mensa nelle scuole (44%-55%), alla precarietà docente nelle scuole dell'infanzia (43,6%) e nelle scuole primarie (41,4%), alla bocciatura dei candidati privatisti (58,4%), all'efficienza amministrativa (53%-59% per diffusione graduatoria I fascia), e così via.
Non vi sono squilibri, invece, per quanto
riguarda gli indicatori relativi ai diplomati (variabilità contenuta
tra l'1% e il 10%), agli esiti finali (dallo 0,4% all'8,3%) oppure al
rapporto alunni/classe (3,5%-7%), molto omogenei tra di loro, uniformi
e a "forbice" molto contenuta. |