Intaccare la laicità significa intaccare la
democrazia.
Fioroni peggio della Moratti.
Cinzia Mion, ItaliaOggi del
7/6/2007
Alle critiche, comparse in questi giorni, al
Ministro Fioroni che ,dopo aver avuto la pensata di aver incluso la
religione cattolica tra i crediti scolastici, con tutte le conseguenze
che sono state già abbondantemente illustrate da autorevoli esponenti
della cultura e della scuola, ha aggiunto la successiva arrogante
decisione di ricorrere al Consiglio di Stato, voglio associare alcune
un po’ irriverenti riflessioni.
Non solo Fioroni ha fatto peggio della Moratti, perché lei non era
arrivata a tanto, anche se ci era arrivata vicino, quando aveva
dimostrato di ignorare l’articolo 309 del DPR 297/ 94 , meglio noto
come Testo Unico della Pubblica Istruzione, che recitava che il
giudizio sul rendimento riferito alla religione cattolica, materia
facoltativa, andava registrato su di un foglio a parte e non inserito
nella scheda di valutazione. Dicevamo che con gran disinvoltura la
Moratti aveva finto di non conoscere il dettato della Legge e aveva
emanato una Circolare per far includere i giudizi all’interno delle
schede di valutazione, modificando ideologicamente un presupposto così
importante, derivante fra l’altro dalla Intesa tra Scuola e Stato
Vaticano, successiva alla revisione del Concordato.
Tutti capiscono il valore simbolico che portava con sé questa
manipolazione, forse preludio all’azione odierna di Fioroni.
Per me però l’attuale Ministro ha agito peggio della Moratti perché
lei non ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, e si è rassegnata a
riconoscere che il suo colpo di mano era stato giustamente stoppato,
mentre Fioroni non si è rassegnato e lo ha fatto.
Tutti ricorderanno che il Consiglio di Stato ha avuto il coraggio a
suo tempo di affermare che le ore facoltative di religione cattolica
andavano inserite nell’orario obbligatorio, dimostrando che quella che
noi ancora chiamiamo logica, oppure coerenza, oppure ancora
connessione tra dati, oppure significato letterale della lingua
italiana sono andati in un sol colpo a farsi benedire.
Tutto il caos e la confusione hanno avuto origine da ciò e non mi si
venga a dire che non c’era un disegno complessivo per intaccare la
laicità della scuola e per distribuire un bel numero di avamposti
delle gerarchie ecclesiastiche dentro la scuola.. Forse non tutti
sanno infatti che i programmi della cosiddetta cultura religiosa a
scuola non consistono nella conoscenza dei fatti religiosi ma in
“Programmi” redatti dalla CEI, illustrati ed insegnati da docenti
scelti dai vari Vicari Diocesani…per fortuna molti di loro sono “meno”
realisti del re ed usano le loro ore per conversare con gli allievi
sui loro problemi esistenziali, ma allora che ci azzecca il credito? E
che ci azzecca la par condicio delle ore alternative?
Il Ministro per favore si informi su quante sono le scuole che le
organizzano, oppure fanno finta di farlo!!!
Per non parlare dello studio assistito! Scoperchiamo una volta per
tutte questa pentola e così proviamo a togliere, in nome dell’etica
pubblica, un po’ di ipocrisia da queste pratiche, altro che crediti!
E pensare che alla luce della attuale società multietnica e
multireligiosa sarebbe indispensabile la diffusione a scuola di una
conoscenza interculturale delle varie religioni, non però dal punto di
vista confessionale di una di esse, ma dal vero punto di vista della
cultura storico-religiosa. Questa impostazione ridurrebbe l’ignoranza
così diffusa in questo ambito, eviterebbe il rischio dei vari
fondamentalismi e potrebbe garantire la divulgazione profonda della
vera tolleranza, non di quella paternalistica tipica di chi pensa di
essere depositario della verità, ma di quella che scaturisce dalla
consapevolezza della parzialità dei vari punti di vista. Insieme alla
tolleranza verrebbe coltivata la possibilità di un vero dialogo, come
raccomandava Guido Calogero ancora negli anni cinquanta, insieme ad un
rispetto maggiore dell’etica pubblica che passa senz’altro attraverso
l’ apprezzamento dell’altro, della sua cultura e religione.
Uno smaccato etnocentrismo culturale invece, aspetto che viene
veicolato e rinforzato dalle scelte che ora stiamo criticando, non fa
che aizzare atteggiamenti dogmatici che non fanno bene al pensiero
critico che si afferma di voler coltivare.
Sono in tanti a pensare , come Vittorio Messori e don Andrea Gallo,
che è meglio bandire l’insegnamento facoltativo della religione
confessionale cattolica dalla scuola, per far posto ad una disciplina
obbligatoria per tutti di vera conoscenza laica di tutte le religioni
.
Sono diverse le ragioni oggi che indurrebbero a questa scelta, basta
naturalmente avere a cuore la crescita culturale dei giovani, che
nella cultura della complessità devono imparare a confrontarsi , non
essere allevati al consenso !!! e basta non usare la religione come
un“potere”.
Ritornando al Consiglio di Stato , era logico che questo sarebbe stato
dalla parte di Fioroni; non dobbiamo stupirci che abbia deciso in 24
ore, diciamo solo che non ha deciso un bel niente , ha solo obbedito
agli ordini di scuderia. L’unica domanda cruciale rimane solo : agli
ordini di chi?...Ogni riferimento e illazione sono perfettamente
legittimi e pertinenti, sapendo per esempio che il Tar dell’Umbria,
per avallare la legittimità delle “benedizioni a scuola in orario
scolastico” ha avuto il coraggio di affermare, arrampicandosi sugli
specchi, che”durano poco e non lasciano segno” !!!!!!.E pensare che il
Vescovo di Perugia , anche lui pur di spuntarla, in quella occasione
ha taciuto e si è lasciato scippare il significato simbolico e rituale
dell’atto di culto che, senza questi aspetti, a cosa si riduce?
Io personalmente non mi sono mai sentita garantita da Organi che altre
volte si sono comportati in un modo così allineato con chi comanda e,
nei casi in questione, con le gerarchie ecclesiastiche. Gli atti
emanati propagano a volte un odore così acre di beffa nei confronti
del valore costituzionale della laicità dello Stato e di conseguenza
di quella della scuola, da far perdere la fiducia in queste
istituzioni giurisdizionali.
Ora, rispetto alla sentenza anomala del Consiglio di Stato, le varie
Associazioni di difesa della laicità della scuola si sono appellate a
Prodi.
Staremo a vedere, comunque tutto ciò crea caos nella scuola e noi
sappiamo che non ce n’è proprio bisogno.
Sono tristissime queste considerazioni soprattutto perché intaccare la
laicità significa intaccare la democrazia.