Scansate le secche del parlamento, deciderà per decreto E intanto il ministro bacchetta la commissione per la scuola primaria: piani di studio da riscrivere. Nuovi programmi, Fioroni fa da sé. da ItaliaOggi del 26/6/2007
Di questi tempi, il parlamento, e sopra tutto il
senato, è un luogo poco frequentabile per il governo. Il premier,
Romano Prodi, aveva raccomandato sin dall'inizio del mandato ai suoi
ministri di evitarlo il più possibile, restringendo gli interventi
normativi al minimo. Detto fatto, il responsabile della pubblica
istruzione, Beppe Fioroni, in un anno ha praticamente smontato tutto
quanto poteva della riforma della scuola varata da Letizia Moratti,
attraverso molti atti amministrativi e qualche delega legislativa.
Anche per i programmi andrà in scena probabilmente la stessa storia:
con emendamento al cosiddetto Bersani-ter, approvato la scorsa
settimana in commissione cultura alla camera, il governo punta a
eliminare la necessità di ricorrere a una nuova legge per modificare i
programmi di scuola. Le materie di studio di elementari, medie e
superiori, sia licei che istituti tecnici e professionali, saranno
riviste attraverso regolamento. Fioroni insomma si garantisce la
possibilità di riscrivere i programmi attraverso decreto ministeriale,
scansando le secche del parlamento e in particolare del senato dove un
provvedimento di questo genere troverebbe una strenue resistenza da
parte del centro-sinistra. Per completare le nuove indicazioni, il
ministro avrà tempo fino al 2009/2010, quando entreranno a regime gli
istituti superiori per tutti i vari indirizzi. Tempi molto più
stretti, invece, per la scuola primaria, ovvero elementari e medie: il
ministro vuole sperimentare i nuovi programmi già a settembre. Una
sperimentazione che conta sulla collaborazione fattiva delle scuole e
che, in quanto tale, permette al ministro di fornire le nuove
indicazioni quando le scuole sono già chiuse. La commissione
incaricata è ancora al lavoro, e la proposta dovrebbe essere ultimata
per fine luglio. In leggero ritardo rispetto alle previsioni di
Fioroni. In verità, una bozza era stata presentata al responsabile di
viale Trastevere, che però l'ha rispedita al mittente perché over-size.
Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, il ministro avrebbe
contestato agli esperti pedagogisti e disciplinaristi la lunghezza dei
nuovi programmi. ´Voi mi volete male, vi avevo chiesto programmi
chiari e concisi, e invece la proposta che ho tra le mani', è stata
l'accusa del ministro, ´consta di 50 mila battute in più rispetto a
quelli della Moratti. Bisogna tagliare, poche decine di pagine
basteranno'. In attesa che il labor lime degli esperti sia ultimato,
il centro-sinistra sta lavorando per assicurarsi il via libera al ddl
Bersani-ter prima della pausa estiva: via libera scontato alla camera,
un po' meno a palazzo Madama. Nelle pieghe degli emendamenti di
maggioranza figurano anche la detassazione per gli acquisti di beni e
servizi da parte delle scuole: gli istituti dal prossimo anno non
dovrebbero più pagare l'Iva, il cui minore gettito (stimato in 25
milioni di euro in tre anni) verrebbe coperto da un aumento delle
aliquote delle imposte sulla produzione e il consumo dei prodotti
alcolici. Sempre a firma di Folena-De Simone anche l'eliminazione
della Tarsu a carico delle scuole. Si tratta della tassa rifiuti per
la quale gli istituti scolastici hanno maturato in questi ultimi anni
debiti milionari con i comuni. Vista l'incapacità finanziaria a
pagare, la proposta contenuta nell'emendamento è di assegnare al
ministero dell'istruzione il compito di strappare un accordo con l'Anci,
l'associazione dei comuni. Obiettivo: concordare un pagamento non più
relativo ai metri quadri ma agli studenti: si stanzia a questo scopo
una somma di 38,734 milioni l'anno. Circa 5 euro a studente. Per l'Anci,
è il primo commento, ci sono i margini per trattare. Resterebbe, però,
il pregresso, ancora tutto da pagare. |