Cellulari a scuola. Serve davvero vietarli?

da Tuttoscuola, 25 gennaio 2007

 

Due proposte di legge, primi firmatari rispettivamente Alba Sasso, vicepresidente diessina della Commissione Cultura della Camera, e Angelo Bonelli, capogruppo dei Verdi, intendono tagliare corto con la pratica, assai diffusa tra gli studenti, di portare (e usare) il telefonino a scuola: basterebbe semplicemente vietarli.

D’accordo con loro è un vasto schieramento politico e sociale, comprese le associazioni dei genitori CGD (di sinistra) e MOIGE (su posizioni moderate). La motivazione è semplice. "Siamo così impotenti da dover ricorrere ad una legge?", si chiede Alba Sasso, e riconosce che "sì, lo siamo, lo ammettiamo, e le leggi servono per questo".

Ma non tutti sono d’accordo. Autorevoli esperti, in Italia e all’estero, ritengono che vietare per legge di portare i telefonini a scuola avrebbe effetti controproducenti, e contribuirebbe a rendere ancora più alto il muro delle difficoltà di comunicazione e comprensione tra le generazioni.
E l’ex sottosegretario all’istruzione Valentina Aprea (FI) ricorda che "ci sono circolari e direttive che vietano di usare i telefonini in classe sia agli studenti sia agli insegnanti. Mi sembra quasi assurdo dover ricorrere addirittura ad una legge per sancirlo".

I dubbi sull’utilità di una legge sembrano legittimi. Meglio sarebbe cercare la soluzione del problema trasferendolo dal terreno dei precetti giuridici a quello delle norme morali mediante una grande campagna di persuasione, e in fin dei conti di educazione, che veda le scuole protagoniste, insieme all’intera società. Altrimenti chi fermerà, dopo il divieto dei telefonini, l’ingresso nelle scuole dei palmari, degli Ipod, delle playstation miniaturizzate e dei sempre più sofisticati gadget tecnologici che saranno messi sul mercato nei prossimi anni, se non mesi?