Le novità presentate dal governo al conclave di Caserta.
Il ministro Fioroni spiega le linee del progetto della riforma.
Fondi direttamente nelle casse degli istituti anche dai privati

Agevolazioni fiscali e aree tecniche
la scuola si trasforma in Fondazione.

Salvo Intravaia, la Repubblica del 12/1/2007

 

In arrivo una rivoluzione per la scuola italiana. Lo ha annunciato il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, al seminario di governo in corso di svolgimento a Caserta. Nel 'conclave' ha anticipato i due punti fondamentali di quella che può essere chiamata la riforma Fioroni: agevolazioni fiscali a favore delle istituzioni scolastiche e potenziamento dell'area tecnico professionale della scuola superiore. Le due linee della riforma sono state condivise da tutto il governo e dalla maggioranza e diventeranno operative attraverso uno strumento legislativo ancora da definire.

Le scuole come le Fondazioni. Le scuole italiane, che in base all'ultima Finanziaria riceveranno (senza più passaggi intermedi) direttamente nelle loro casse le somme del cosiddetto Fondo d'istituto, utilizzate per le attività integrative (corsi pomeridiani, corsi di recupero ed altro), saranno equiparate dal punto di vista fiscale alle Fondazioni 'per consentire le stesse agevolazioni di incentivi delle Fondazioni e per destinare nuove risorse all'innovazione didattica e al miglioramento del patrimonio edilizio', si legge nella sintetica nota proveniente da Caserta.

Uno dei primi effetti sarà per gli istituti scolastici la possibilità, finora espressamente vietata, di ricevere donazioni da parte di soggetti privati. E per la gestione del patrimonio delle scuole sarà riformata anche la composizione del Consiglio d'istituto: l'organismo che gestisce gli aspetti economici e organizzativi delle scuole autonome. Attualmente del Consiglio fanno parte, in proporzioni diverse, docenti, genitori, alunni (solo al superiore) e personale non docente. Oltre al dirigente scolastico, membro di diritto. In futuro, le scuole potranno prevedere 'la presenza di rappresentanti delle autonomie locali (comuni e Province), del mondo dell'impresa e del terzo settore'.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione copernicana che in passato ha trovato parecchie resistenze nel mondo scolastico, soprattutto per ciò che riguarda l'ingresso dei privati negli organismi decisionali.

Riforma della scuola superiore. Come annunciato prima delle elezioni e dall'ultima manovra di bilancio, il governo metterà mano alla riforma degli istituti tecnici e professionali: quelli che destano le maggiori preoccupazioni in relazione agli alti tassi di dispersione scolastica. Attualmente nei tecnici e nei professionali trovano posto oltre un milione e 400 mila studenti (il 55 per cento del totale, al superiore). Quasi certamente saranno 'accorciati i percorsì scolastici in termini di monte ore annuo e diminuiranno anche le discipline. La proposta -spiega la nota- prevede l'istituzione dell'area tecnico-professionale nelle scuole secondarie di secondo grado e il riordino degli istituti tecnici e degli istituti professionali'.

Per gli studenti 'meno volenterosi' dopo le scuole medie si apriranno percorsi professionali triennali e la separazione tra istituti tecnici e professionali si farà meno netta. 'Per le qualifiche professionali triennalì sarà istituito un albo nazionale e ogni provincia avrà almeno un polo tecnico-professionale che comprenderà sia l'attuale indirizzo tecnico sia quello professionale e, oltre i percorsi triennali, anche indirizzi di 'alta qualificazione tecnico-professionale di tipo non universitario'.

Le prime reazioni. Positive le prime reazioni all'annuncio del ministro Fioroni. "Il rafforzamento e la modernizzazione delle scuole tecnico professionali e l'ampliamento dei percorsi di istruzione tecnica superiore è davvero l'aspetto qualificante della riforma della secondaria di secondo grado", dichiara Massimo di Menna, segretario generale della Uil Scuola che prosegue: "La formazione di tecnici, competenti professionalmente e 'culturalmentè formati, in grado di essere la spinta per la innovazione e la competitività del nostro sistema ormai post-industriale, è la vera scommessa della nuova scuola secondaria".

"La proposta lanciata da Fioroni- rilancia Francesco Scrima, leader della Cisl Scuola - che ipotizza per le scuole l'applicazione dello stesso regime di cui godono le fondazioni sé è una proposta interessante perché consentirebbe alle scuole autonome di beneficiare di un più favorevole regime fiscale che permetterebbe notevoli risparmi e pertanto maggiori investimenti per la funzionalità del servizio scolastico e per migliorare l'offerta formativa"