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Disturbi dell'apprendimento:
Discalculia e dislessia, queste sconosciute.
Per questi alunni ''l'aiuto istituzionale
offerto dalla scuola è ancora piuttosto modesto, nonostante ci siano
maggiori possibilità di intervenire e risolvere il problema''
di Carla Chiaramoni, da
Superabile del
4 gennaio 2007
FIRENZE - La discalculia, questo sconosciuta.
Colpisce circa 1 alunno su 50 per classe, ma gli insegnanti in materia
non hanno le idee chiare, sia quelli della scuola primaria che quelli
della scuola secondaria di I grado. Solo poco più del 40% sanno che si
tratta di un disturbo che riguarda soltanto le difficoltà di calcolo.
Il 10% non sa di che disturbo si tratti e poco più del 30% conosce
l'incidenza del fenomeno. Non molto difformi i dati sulla dislessia,
forse è la più conosciuta: quasi il 60% degli insegnanti è a
conoscenza del fatto che la dislessia può apparire sia in specificità
che insieme con altri disturbi, anche se una percentuale non
trascurabile (circa il 18%) ritiene che sia un disturbo solo specifico
non associato ad altri disturbi.
Nemmeno il ritardo mentale sembra essere ben identificato rispetto ai
disturbi dell'apprendimento. Solo il 44,1% riconosce correttamente che
il ritardo mentale è primario ai disturbi di apprendimento e quasi
l'8% ritiene che dipenda da svantaggio socioculturale. I disturbi di
attenzione poi, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono
nemmeno riconosciuti come disturbi dell'apprendimento; solo 1
insegnante su 5 li riconosce come tali. È significativo secondo gli
esperi il fatto che circa il 40% consideri che i disturbi di
attenzione siano legati a problemi caratteriali, "quando, invece, si
tratta di due tipi di disturbi assolutamente diversi". Il 21% ritiene
erroneamente che i disturbi di attenzione siano in relazione ad
aspetti socioculturali e l'8,1% che caratterizzino il ritardo mentale.
In base alla legge attuale solo disabili o soggetti con gravi disturbi
di personalità possono beneficiare di un aiuto diretto all'interno
della scuola attraverso l'insegnante di sostegno. "Nei casi meno gravi
di difficoltà di apprendimento l'aiuto istituzionale offerto al
bambino risulta ancora piuttosto modesto, nonostante ci siano maggiori
possibilità di intervenire e di limitare, se non risolvere, il
problema. - osservano gli esperti - Attualmente si occupano di questi
bambini operatori pedagogici e psicologi, quando esistono e quando è
possibile all'interno della scuola, oppure gli insegnanti di sostegno.
Anche gli insegnanti di classe, se sensibilizzati, possono rivolgere
una specifica attenzione ai bambini con disturbi dell'apprendimento.
Purtroppo, però, non sempre queste figure professionali, che
dovrebbero o comunque potrebbero avere un ruolo importante nel
trattamento di questi disturbi, si trovano in condizione di poter
intervenire".