Parlamento e consiglio europei fanno pressing sugli stati perché si affrettino.

Primaria, la riforma non c'è.

I nuovi saperi devono essere decisivi e trasferibili

 da Italia Oggi del 23/1/2007

 

L'Europa spinge l'acceleratore sulle competenze chiave. Il parlamento e il consiglio europeo insistono perché i governi dei paesi membri pensino a riforme del curricolo convergenti su un comune quadro di riferimento delle competenze chiave per l'apprendimento permanente. Se ne parlò la prima volta nel consiglio europeo di Lisbona (2000): l'acquisizione delle competenze chiave avrebbe costituito il nervo delle risposte europee alla globalizzazione e al passaggio all'economia della conoscenza. Da allora tali conclusioni sono state sistematicamente reiterate, fino alla rinnovata strategia di Lisbona approvata nel 2005 e al programma di lavoro.

queste sconosciute

Il quadro di riferimento delle competenze chiave viene dettagliatamente proposto nell'ultimo documento recante le raccomandazioni del parlamento e del consiglio, quasi in contemporanea con la presentazione delle proposte di riforma della scuola presentate negli Stati Uniti (si veda ItaliaOggi del 16 gennaio 2007). In sintesi le competenze chiave europee corrispondono a: comunicare nella propria lingua, nelle lingue straniere, competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia, competenza digitale, imparare a imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità e consapevolezza ed espressione culturale. Tale quadro di riferimento, si legge nel documento firmato da Josep Borrell, presidente del parlamento Ue, e Jan Erik Enestam, presidente del consiglio europeo, serve a orientare le riforme del sistema di istruzione e formazione dei diversi stati membri, e le scelte pedagogiche dei ´fornitori di istruzione e formazione', dunque anche delle scuole, al fine di facilitare il raggiungimento degli obiettivi previsti dal programma di lavoro ´Istruzione e formazione 2010', rispetto a specifici livelli di riferimento concordati nel consiglio nel maggio 2003.

Ue in ritardo

Proprio su questo fronte, quello dei livelli di riferimento, l'Europa si scopre in ritardo. I livelli di riferimento, ricordiamo, comprendevano la riduzione della dispersione scolastica, l'aumento dei diplomati e laureati in matematica, dei livelli di competenza di lettura e dell'educazione degli adulti. Rispetto a questi standard non si sono registrati progressi e anzi, avvertono da Bruxelles, di questo passo ´non sarà possibile raggiungere i livelli di riferimento europei per il 2010'.

invertire il trend

Per invertire il trend bisogna puntare sulle competenze chiave e per promuoverne l'acquisizione va sostenuto l'apprendimento tra pari, lo scambio di buone pratiche, la partecipazione ai programmi comunitari in materia di istruzione e formazione. In tale proposito, proprio recentemente, dalla commissione europea è arrivata la comunicazione sulle date di scadenza dei prossimi bandi Comenius e Leonardo, compresi nel nuovo programma europeo sull'istruzione Lifelong Learning, in entrambi i casi previste per il 30 marzo.

il ruolo dei docenti

A livello degli stati membri è in fermento la riforma dei livelli primari dell'istruzione centrata sul curricolo, a dimostrazione di uno spostamento dell'attenzione ´dall'impartire conoscenze atte allo sviluppare competenze trasferibili'. Ciò richiede metodologie e approcci didattici nuovi ma anche nuove competenze agli insegnanti, si legge nelle raccomandazioni. L'Ue incalza comunque i governi partner, ricordando loro che sulla messa in pratica di un curricolo per competenze chiave c'è tempo ancora altri tre anni. Dopo di che, avvertono parlamento e consiglio, sarà tempo di bilanci: per il Natale del 2010, sapremo se Lisbona 2000 sarà stato solo un sogno o un progetto concretizzato.