Nel decreto sulle liberalizzazioni Approvate dal Consiglio dei Ministri due norme importanti riguardanti la scuola: una sul regime fiscale delle donazioni di privati alle scuole e l'altra sulla creazione dell'area tecnico-professionale. Spariscono i licei tecnologici e quelli economici previsti dalla Moratti. di Reginaldo Palermo La Tecnica della Scuola del 25/1/2007.
Sono due i provvedimenti riguardanti la scuola che, un po’ alla chetichella, sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri iniziato nel pomeriggio del 25 gennaio e conclusosi solo in serata. Uno riguarda il regime fiscale delle donazioni alle scuole e un altro la creazione dell’area tecnico-professionale nell’ambito del sistema scolastico del II ciclo. La prassi è alquanto inconsueta: le norme in questione non sono contenute in un provvedimento "ad hoc" ma fanno parte del cosiddetto "pacchetto Bersani" sulle liberalizzazioni. Si tratta dunque di un decreto-legge sul quale il Parlamento non avrà di fatto la possibilità di esprimersi. Il comma relativo al regime fiscale delle donazioni (stando almeno al testo non ancora ufficiale che si conosce in questo momento) non ha nulla a che vedere con le polemiche che ci sono state negli ultimi giorni. Non si tratta insomma di trasformare le scuole in Fondazioni, come era stato detto in un primo momento, ma piuttosto di garantire ai privati la possibilità di dedurre dal reddito le somme elargite alle scuole sotto forma di donazione. E, per evitare equivoci, la norma stabilisce anche che "i soggetti donanti non possono far parte del consigli di istituto o della giunta esecutiva delle istituzioni scolastiche". La seconda disposizione approvata dal Governo prevede l'istituzione dell'area tecnico-professionale nelle scuole superiori di secondo grado e il riordino degli istituti tecnici e degli istituti professionali. La norma chiarisce che "il secondo ciclo di cui al decreto legislativo n 226/2005 è costituito dal sistema dei licei, dall’area tecnico-professionale e dal sistema dell’istruzione e della formazione professionale". Spariscono quindi dal testo del decreto 226 tutte le parti in cui si parla di liceo tecnologico o di liceo economico. Verranno quindi istituite (almeno una per ogni provincia) apposite sedi denominate "Poli tecnico professionali" di cui faranno parte istituti tecnico-professionali, le strutture formative previste dal comma 622 della legge finanziaria (si tratta delle strutture concordate fra Ministero PI e regioni finalizzate a prevenire e contrastare la dispersione) e gli istituti della istruzione e formazione tecnica superiore. "I Poli - chiarisce ancora la norma approvata dal Consiglio dei Ministri - sono costituiti almeno uno in ogni provincia, sono di natura consortile e dotati di propri organi di gestione da definirsi con la relativa convenzione".
La valorizzazione dell’area
tecnico-professionale sarà certamente accolta con favore dal mondo
della scuola e dalle stesse organizzazioni sindacali, mentre è molto
probabile che l’idea di inserire la formazione professionale nel
sistema scolastico del II ciclo potrebbe essere mal digerita anche
dalle Regioni (c’è anzi il rischio che la norma venga persino bloccata
dalla Corte Costituzionale). |