Il progetto presentato ieri a Caserta dal ministro Giuseppe Fioroni.
Perplessi sindacati e coalizione.

Per le scuole il modello fondazioni.

Regime fiscale agevolato per le somme raccolte con donazioni

di Alessia Grassi da Italia Oggi del 13/1/2007

 

Scuole come fondazioni per attrarre capitale dai privati. Con la possibilità, per gli istituti, di avere un trattamento fiscale agevolato per tutte le somme raccolte a titolo di donazione e con la previsione dell'introduzione di comitati esecutivi, da affiancare ai consigli d'istituto, con esponenti del mondo delle imprese, del terzo settore e degli enti locali, per la gestione delle risorse.

È un progetto condiviso a metà all'interno della coalizione del centro-sinistra, quello annunciato ieri dal ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, nel corso del vertice governativo di Caserta. Alcuni, come il presidente della commissione cultura e istruzione della camera, Pietro Folena (Prc), sono perplessi su un'eventuale adozione del modello fondazione per le scuole pubbliche italiane: ´Un conto è affrontare il regime fiscale degli istituti scolastici, che ora sono autonomi, prevedendo agevolazioni per esempio per gli acquisti. Tutt'altro, invece, è fare delle scuole degli enti di natura nei fatti privatistica. Questo modello', spiega Folena, ´non sembra aver funzionato in altri campi, come le fondazioni lirico-sinfoniche, e mostra la corda anche in ambito universitario e accademico'.

Ma vediamo nel dettaglio qual è il progetto cui pensa Fioroni. ´Avendo previsto, con la legge di bilancio, l'autonomia finanziaria delle scuole, alle quali sono destinati circa 3 miliardi di euro, c'è necessità di applicare alle istituzioni scolastiche lo stesso regime delle fondazioni dal punto di vista fiscale e delle donazioni', ha spiegato il ministro, ´per consentire le stesse agevolazioni di incentivi delle fondazioni e per destinare nuove risorse all'innovazione didattica e al miglioramento del patrimonio edilizio'. Nel suo intervento, Fioroni ha spiegato che il Consiglio d'istituto avrà la facoltà di nominare al proprio interno un comitato esecutivo che affiancherà il dirigente scolastico nella gestione dei fondi, con la possibilità di prevedere da parte della scuola la presenza di rappresentanti delle autonomie locali, del mondo dell'impresa e del terzo settore. La proposta prevede anche l'istituzione dell'area tecnico-professionale nelle scuole superiori di secondo grado e il riordino degli istituti tecnici e degli istituti professionali; un albo nazionale per le qualifiche professionali triennali: l'istituzione di un polo tecnico-professionale (almeno uno per provincia) che comprenda istituto tecnico, istituto professionale, percorsi triennali e alta qualificazione tecnico-professionale di tipo non universitario.

Perplessità anche nel mondo sindacale. Sulla possibilità di intercettare risorse dei privati da destinare all'istruzione pubblica, per Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, ´è una questione della quale si parla da tempo. Quel che si riscontra è che vediamo privati più attenti a chiedere soldi pubblici che disposti a metterne per la scuola pubblica'. Più importante sarebbe mettere nell'agenda del governo ´la questione del riconoscimento professionale dei lavoratori della scuola'. Giudizio positivo invece sull'annuncio di un rafforzamento e di una modernizzazione delle scuole tecnico professionali e l'ampliamento dei percorsi di istruzione tecnica superiore (Ifts) che, per Di Menna, ´è davvero l'aspetto qualificante della riforma della secondaria di secondo grado'. Per Enrico Panini, segretario generale di Cgil Scuola, quello delle fondazioni proposto da Fioroni è, per la scuola, un ´pannicello caldo'. ´Tutto ciò che consente, nel rispetto della natura statale delle scuole italiane, agevolazioni per quanto riguarda il regime fiscale e le donazioni, va bene. Si tratta però di un pannicello caldo, considerato che non sono ancora state date risposte al bisogno primo della scuola italiana: mettere in atto da subito un piano pluriennale di investimenti per la scuola statale che interrompa una fase che continua a essere contrassegnata da una riduzione di risorse economiche'.