Miseria e falsità.
di Grazia Perrone da
Fuoriregistro del
6/1/2007
"Siete
molto
coraggiosi"
mi ha sussurrato un'autorevole
voce di dentro
qualche anno fa. Il motivo di cotanto
coraggio
era rappresentato da due elementi combinati.
Il primo:
l'apertura a gennaio - nel sito Gilda di Milano - di un forum di
discussione aperto a tutti, immediatamente fruibile, ovvero
visionabile in rete senza alcun tipo di
filtro
da parte dei gestori (una sorta di
retescuole
ante litteram) al fine di consentire a tutti - in mancanza di
alternative - di esplicitare il proprio dissenso in merito al
famigerato
articolo 29
del CCNL 26 maggio 1999. Le caselle di posta elettronica dei sindacati
firmatari di quel contratto, infatti, in quei giorni erano così ...
bollenti
da indurre i gestori web di uno di loro a bloccare le caselle di posta
elettronica sostituendole con una form nella quale era scritto che il
"servizio,
per motivi tecnici, era momentaneamente sospeso".
E' inutile dire che il forum autogestito ebbe un successo strepitoso
poiché, in breve, fu invaso da migliaia di post formulati da docenti
... "incazzati".
Il
secondo:
la conferma dello sciopero del 17 febbraio. "In
viale Trastevere sono molto preoccupati"
- mi confidò
la voce ma fate attenzione: - (...)"nel
caso fallisse sono già pronti a massacrarvi a
colpi di circolari come stanno già
facendo con i Cobas
(...)".
Nonostante questo monito il forum continuò a funzionare a pieno ritmo
per altri sei mesi (giugno 2000) ... prima di essere dapprima
moderato
e, poi, chiuso a causa di persistenti interventi di
guastatori
che - protetti dall'anonimato garantito dal "nickname"
- avevano come fine ultimo quello di impedire la
contaminazione,
ovvero ... il libero confronto dialettico tra le varie anime della
scuola.
La mobilitazione per lo sciopero, invece, nonostante
l'ostracismo dei media controllati
dai
sindacati amici del governo amico
proseguì spedita e fu scandita - il 14 febbraio - da una
lettera d'amore indirizzata al caro
...
Luigi.
Quali esiti abbia avuto quella mobilitazione senza precedenti è cosa
nota a tutti. Quello che è ancora oscuro è il ...
massacro
che ne è seguito ... negli anni a venire.
E' questo lo scopo del mio intervento: con una premessa fondamentale.
Ho dedicato buona parte delle vacanze natalizie per cercare di
ricostruire - attraverso la
memoria
storica
presente in rete - la
genesi
dell'attuale
accanimento
(chiamiamolo così) antiGilda ma ... di quel che è accaduto - in quei
giorni cruciali - è rimasto ben poco .... Quello che non è stato
ancora
occultato,
però, è sufficiente a farsi un'idea delle modalità con le quali fu
condotta -
dal punto di vista dialettico - la
prima campagna elettorale per le elezioni Rsu nella scuola e non fa
altro che rafforzare la mia tesi di sempre. Cercherò, dunque, di
ricostruirla attraverso la documentazione ancora presente in rete e
facendo ricorso alla mia memoria nella consapevolezza che - se mi
tradirà inducendomi in errori o imprecisioni - i ... "compagni"
mi correggeranno.
Chi conosce la Storia e sa raccontarla con un
minimo
di obiettività sa bene che, molto spesso ... ahimé! - una
certa ideologia
politica
- che, con l'attività sindacale, c'entra come il
cavolo a merenda
- ha
inquinato e/o rimosso
le fonti storiche al fine di rappresentare quella che Antonio Gramsci
definisce ...
verità politica.
Ovvero la verità che - occultando quella storica - la sostituisce,
nell'immaginario collettivo, con una di parte (o di fazione) più
congeniale
alle finalità politiche (o nel caso in specie ... "sindacali")
della ...
fazione
egemone.
In questo caso
l'inquinamento delle fonti storiche
iniziò fin dalla sera del 17 febbraio 2000 ed ebbe come protagonista
il TG3 delle 19.00 diretto dall'attuale direttore di Liberazione:
Alessandro Curzi.
Il telegiornale che, non a caso, era noto con il nomignolo di
Telekabul
presentò lo sciopero (evitando accuratamente di citare la Gilda) con
un servizio di apertura curato da
Bianca
Berlinguer
nel quale i
compagni giornalisti
trovarono il modo di intervistare il preside Enrico Panini circondato
da un centinaio di "burodispensati"
muniti delle immancabili ... "bandierine
rosse
d'ordinanza".
Il tutto fu
condito in modo tale da far apparire - quello della
mattina - uno sciopero indetto dalla Cgil e non
contro
di essa.
E' inutile dire che le email di protesta con richiesta di rettifica -
inviate direttamente a Bianca Berlinguer e al direttore del TG3 - non
hanno ricevuto riscontro alcuno.
Ma facciamo un passo indietro.
Contrariamente a quanto
spacciato
dal sindacalismo confederale il meccanismo che sottende la
competizione elettorale delle Rsu è mutuato dall'armamentario
propagandistico della
Spagna franchista.
E' stata la
feroce dittatura spagnola, infatti,
ad introdurre nella dinamica sociale iberica - al fine di presentarla
come
democratica
- l'elezione
diretta
dei propri rappresentanti.
Diretta,
si fa per dire, purché facenti parte del
medesimo
sindacato gradito al potere (quello
Vertical)
e non a quelli
illegali
(le pene previste per i militanti accusati di
associazion
illegal
erano pesantissime e, in alcuni casi,
poteva costare la vita) ovvero a
quelli di ispirazione socialista (UGT) o libertaria (CNT) che, non a
caso, boicottavano tale
competizione
elettorale ... alla quale partecipava (sotto forma di gruppo ...
indipendente)
sia la componente comunista (Comisiones Obreras) che quella cattolica.
Il motivo di tale scelta tattica, da parte del PCE (e del suo
Sindacato), è giustificabile da un lato nella scarsa influenza di tale
partito all'interno della società spagnola (nonostante i, generosi,
sovvenzionamenti di Mosca) e dall'altro dalla classica politica
entrista
inaugurata, negli anni '30, dalla terza internazionale. C'è qualcuno
che ricorda
l'appello ai fascisti di Togliatti
nel 1936?
Alla morte di Franco il medesimo meccanismo fu (ri)confermato, nel
1979, dal governo presieduto dal
postfranchista
Adolfo Suarez il quale condizionò la partecipazione alle elezioni
sindacali sull'accettazione di due elementi:
il primo:
condivisione acritica del, cosiddetto, Patto della Moncloa con il
quale si ponevano dei paletti insuperabili alle, legittime,
rivendicazioni e aspirazioni popolari dopo quarant'anni di dittatura
militare. In Italia questo meccanismo noto come
concertazione
sarebbe stato introdotto più tardi, nel 1993, con il cosiddetto
Patto di stabilità
che - con la complicità del sindacalismo confederale - ha coinciso con
un periodo di
forte compressione salariale e sociale;
il
secondo:
una serie di
privilegi
(uno per tutti: il
sovvenzionamento
statale - una
torta pari a 600 milioni di euro all'anno - dei Sindacati
rappresentativi) per tutte le sigle che superavano lo sbarramento
pattuito ... cosa che - con l'esclusione del "sovvenzionamento
statale"
ai Sindacati "amici"
- è avvenuta anche in Italia ... a partire dal 1993.
In Italia (e nella scuola) le prime elezioni RSU per misurare la
rappresentatività avrebbero dovuto svolgersi dapprima nella primavera
e, infine, nel dicembre 1998:
su base
provinciale
e non, come avviene oggi, in ogni singola scuola. Un giorno prima
della scadenza ultima per la presentazione delle
liste provinciali
e quando erano già pronte le schede, i manifesti e le convocazioni
elettorali un ministro di un
governo
dimissionario
(Bassanini) emanò su richiesta del collega Luigi Berlinguer
una circolare con la quale rimandò il
tutto ad una
data più congeniale al ...
sindacato
egemone.
Le vibrate
proteste del sindacalismo di base non
servirono a nulla, anzi, furono utilizzate come elemento di propaganda
un anno dopo. Propaganda nella quale la Gilda oltre ad essere
presentata come "antidemocratica"
e "corporativa"
(insinuazioni
che riaffiorano ancora oggi) era
accusata - tra le altre cose - di ... "essere
organica"
alla destra. Il tutto con un linguaggio che chiunque abbia frequentato
- sia pure per brevissimo tempo - la "scuola
quadri"
del PCI sa riconoscere sin dalle prime battute:
il linguaggio di
legno.
Emblematico, in questo contesto,
l'attacco personale
indirizzato alla scrivente - rea di aver indirizzato una nota
al quotidiano Italia Oggi - a firma di
Ivo Vacca
pubblicato nel sito ufficiale della Cgil al quale replicavo, il 22
agosto, con una nota pubblicata
sul sito nazionale. Una nota - quella
di Ivo Vacca - che ho provato a visualizzare nel sito Cgil (fino a
qualche tempo fa c'era ancora!) ma ...
non risulta più nell'archivio
dell'agosto 2000 ... così come non risultano più, in archivio, i
quattro
volantini formulati con la tecnica del linguaggio di legno
apparsi sul medesimo sito nazionale (e quindi con il
placet
del preside Panini) ai primi di dicembre del 2000 (a pochi giorni
dalle prime elezioni RSU) e che cessarono dopo la pubblicazione - nel
sito Gilda di Milano -
di questo intervento.
L'effimero successo conseguito in quella prima consultazione (85mila
voti di cui oltre 11mila "scippati"
dalle commissioni elettorali controllate dai soliti sindacatoni per
vizi di forma) impedì all'allora gruppo dirigente di prendere
seriamente in considerazione - inserendola in un apposito ordine del
giorno da discutere in Assemblea Nazionale - la proposta proveniente
dalla parte più combattiva della base:
le dimissioni in
massa di tutte le Rsu elette nelle liste Gilda una volta conseguita la
rappresentatività.
Dimissioni in massa finalizzate - unitamente alla denuncia del
meccanismo
truffaldino
sotteso nelle elezioni Rsu - a
fare della democrazia
sindacale nella scuola una battaglia politica.
Quello che è successo dopo è storia recente. Nonostante tutti i
tentativi posti in essere dal sindacalismo confederale
l'avversario di
sempre
(la definizione è di
Francesco Mele) continua, sia pure a
fatica, a
mantenere
la rappresentatività ... con, annessi, privilegi. Ed è un tema -
quello relativo ai
privilegi
riservati ai Sindacati rappresentativi - sul quale ritornerò.
Tutta l'infinita galassia del sindacalismo di base, invece, soffre e
arretra di fronte ad una competizione
democratica
nella quale è costretta a cimentarsi avendo le
mani legate e la bocca cucita
da regole assurde e studiate apposta per cancellarla dal panorama
sociale.
(...)"Non
riesco ad appassionarmi
(...)" -
scrive Marco Donati e non posso che
riconoscermi in queste, amare, constatazioni specie in considerazione
del fatto che "le
regole del gioco elettorale"
volute dal sindacalismo confederale hanno creato - come
direbbe Beppe Grillo quando parla
della
porcata di
Calderoli - delle vere e proprie
consorterie
a disposizione di BerlusconiBossiCasiniRutelliFassinoBertinotti
eccetera eccetera (nel caso specifico
PaniniScrimaDi
Menna).
Le RSU fanno parte, come ho più volte sostenuto, della
mappa di potere delle
scuole,
ad esse sono organiche, chi nella scuola ci lavora lo ha verificato
sulla propria pelle.
Esse, a sei anni dalla loro istituzione, hanno aggravato la situazione
del lavoro professionale del personale (docente e non): conflittualità
permanente, conflitto d'interesse, gestione clientelare delle risorse,
dissipazione delle stesse, costruzione di sistemi chiusi e quant'altro,
valutazione della professione nell'accezione meramente quantitativa,
dal momento che le RSU (quando va bene) oltre che regole, contrattano
esclusivamente "quantità".
In pratica si è avverato quanto la nostra Associazione aveva già detto
e scritto nel 2000. Ricevendo, in cambio, attacchi mediatici ben più
feroci e subdoli di quelli per i quali
"piange e si dispera", oggi,
Bernocchi
Un'ultima considerazione, infine, prima di concludere.
Nei giorni scorsi qualcuno ha ritenuto opportuno indirizzare in rete
una nota contenente pesanti allusioni al limite della calunnia. A
questa missiva ho risposto con una nota ed una lettera inviata, per
conoscenza, alla Federazione nazionale Cobas scuola e
pubblicata su Retescuole il 23
dicembre 2006.
Sono passati quattordici giorni e, quella
richiesta di
chiarimento,
non ha avuto riscontro alcuno ... ragione per la quale sono costretta,
con amarezza, a formulare le seguenti considerazioni.
Nella mia scuola, per i prossimi tre anni, il "lavoro
sporco"
che la Cgil non può più esplicitare in prima persona è stato "appaltato"
- alla modica cifra di ...
33 denar...oooooops!!! voti
- ai ... "finti
cobas". Cosa
non si farebbe pur di presentare
una lista in più
nella speranza di
agguantare
la fatidica soglia del 5% (in media tra deleghe e voti) che
consentirebbe l'accesso agli, agognati, "privilegi
sindacali".
A cominciare dai distacchi.
Le stesse
dinamiche di fazione
- a pensarci bene - che scattano per accaparrarsi quei quattro soldi
delle attività aggiuntive distribuiti - il più delle volte con criteri
assolutamente arbitrari - ai "famigli e alle cockerine" del datore di
lavoro per esplicitare "progetti"
(!?) dalla dubbia valenza didattica.
Ecco dove hanno condotto la scuola
i Soloni di Lisbona.