Riforme Fioroni/4. da Tuttoscuola, 30 gennaio 2007
La forte accelerazione impressa dal Consiglio dei ministri al riassetto della scuola italiana (non alla "riforma": il ministro Fioroni si dichiara immune dalla "riformite") raccoglie un ampio consenso da parte delle forze politiche che sostengono il governo, soprattutto per quanto riguarda il merito delle decisioni prese, a partire da quelle che riguardano il rilancio dell’istruzione tecnica. Con un’importante eccezione. Per Pietro Folena (Prc), presidente della commissione Cultura della Camera "i provvedimenti sulla scuola varati dal governo sono criticabili nel metodo e nel merito". Folena intravede "il rischio di una commistione di interessi tra pubblico e privato che in altri paesi si è trasformata in subordinazione della scuola agli interessi imprenditoriali", nonché quello "di riprodurre in altre forme il doppio canale della Moratti, e che vi sia una eccessiva separazione tra scuole tecniche e licei". Sul metodo emergono invece critiche e riserve che, se si possono considerare fisiologiche e scontate per quanto riguarda l’opposizione, da Forza Italia (Aprea) ad AN (Valditara), non lo sono altrettanto quando provengono dall’interno della maggioranza. Il capogruppo della Rosa nel pugno alla Camera, il socialista Roberto Villetti, parla di "forzatura sbagliata", e osserva che "la contrarietà alla legge Moratti non si può trasformare in una restaurazione, ma deve essere realizzata con una riforma che per durare oltre una legislatura deve riuscire a coinvolgere la stessa opposizione".
Secondo la Aprea, "per quanto riguarda poi i
poli tecnico-professionali e la presenza dei privati nella governance
delle scuole, non siamo di fronte a novità perché entrambi questi
aspetti - sottolinea l'ex sottosegretario all'Istruzione - erano già
previsti dalla Riforma Moratti. Se ne rappresentano un potenziamento
non mancheremo di sostenere questa parte delle nuove norme". |