.
Disturbi dell'apprendimento:
hanno più problemi i maschi delle femmine.
Chi va male a scuola mostra scarsa autostima,
paura del fallimento e ansia nell'eseguire i compiti e spesso nutre
atteggiamenti ostili e aggressivi verso genitori e insegnanti.
diCarla Chiaramoni, da
Superabile del
4 gennaio 2007
FIRENZE - Le difficoltà di apprendimento si
manifestano più nei maschi che nelle femmine (il rapporto è di 2 a 1)
e possono insorgere già dalla prima classe della scuola primaria se
non, in alcuni casi, anche dalla scuola dell'infanzia. In questi anni
in Italia diverse studi hanno cercato di capire chi sono i bambini che
vanno male a scuola, ad oggi identificati prevalentemente sulla base
delle valutazioni scolastiche e dei giudizi dei docenti. A questi
studi l'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza di
Firenze ha dedicato un focus nell'indagine sull'apprendimento
difficile. L'alunno con difficoltà scolastiche assume spesso nei
confronti della scuola comportamenti ostili, aggressivi, di chiusura e
di rifiuto dello studio, mostra atteggiamenti di noia, distrazione,
svogliatezza ed appare indifferente agli insuccessi.
Altre ricerche evidenziano che gli alunni con difficoltà scolastiche
appartengono generalmente a famiglie numerose in cui la madre lavora e
in cui c'è un basso livello d'istruzione oppure appartengono a
famiglie che manifestano un atteggiamento negativo nei confronti della
scuola e che presentano una condizione sociale svantaggiata. Molti
tuttavia provengono da ambienti familiari con status socioeconomico e
culturale medio-alto. Difficoltà emergono anche in famiglie con
situazioni di disagio legate a divorzi o alla morte di uno dei
genitori. In tutti i casi il tratto comune sembra essere la prevalenza
di "atteggiamenti educativi estremi": alcuni sono indifferenti o
troppo indulgenti, altri autoritari.
La maggior parte degli alunni con insuccesso scolastico presenta
caratteristiche simili: scarsa autostima, specialmente nei riguardi
delle proprie capacità scolastiche, paura del fallimento e ansia
nell'eseguire i compiti. Questi allievi mostrano poca perseveranza
nell'eseguire il compito e tendono ad abbandonare il lavoro assegnato
non appena si presenta una difficoltà; in genere non hanno buoni
rapporti con i coetanei e stringono rapporti di amicizia con chi ha
loro stesse difficoltà. Anche con i loro genitori e con gli insegnanti
hanno difficoltà di rapporti e manifestano spesso atteggiamenti
ostili, comportamenti aggressivi ma anche tendenze passive, pigrizia,
apatia. Ma quanti sono gli alunni che vivono una situazione di
difficoltà? Ad oggi si fa riferimento ai dati ufficiali del Ministero
dell'Istruzione, che annualmente rileva gli alunni non valutati,
bocciati e in ritardo rispetto all'età scolare, ma secondo gli esperti
"è impossibile quantificare le difficoltà scolastiche attraverso la
percentuale degli alunni bocciati o non valutati".