Newsletter N. 4.

di Mariangela Bastico, gennaio 2007.

 

Gentilissime, gentilissimi

come ormai consuetudine mensile, vi do conto del lavoro (tanto) svolto e del lavoro (ancora maggiore) da svolgere, in tempi rapidi, per l'avvio del nuovo anno scolastico, in applicazione delle norme della finanziaria e delle norme sulla scuola contenute nel decreto legge sulle liberalizzazioni approvato il 25 gennaio dal Consiglio dei Ministri.

Lo "smontaggio" delle norme della Legge Moratti, i nuovi "paletti normativi" per la scuola che vogliamo nella finanziaria, il nuovo esame di stato, i contenuti del biennio obbligatorio, le innovate indicazioni nazionali (3-16 anni), le norme per la valorizzazione dell'istruzione tecnica e professionale, per l'istituzione dei "poli tecnico-professionali" costituiscono le tappe - complesse - di un cammino in parte compiuto, in questi mesi di governo, e in parte da svolgere.

Stiamo procedendo "passo passo", come ci siamo impegnati, in un'azione di cambiamento e di realizzazione della scuola che vogliamo. Non ci sarà una riforma ordinamentale calata dall'alto, ma nuove norme, alternative sul piano culturale e politico a quelle della Moratti, intorno alle quali, con le autonomie scolastiche - con gli insegnanti, gli studenti, i dirigenti, le famiglie, le associazioni e le organizzazioni sociali - vogliamo costruire progressivamente il cambiamento "dal basso".

 

Il nuovo Esame di Stato è legge
Legge 11/1/2007 n.1

Sono entrate in vigore, già dall'anno scolastico in corso (2006/2007), le nuove disposizioni in materia di esame di stato - tutte tranne quelle relative al recupero dei debiti e al "peso" del credito scolastico, che saranno applicate a chi sosterrà l'esame nel 2008/2009.
Conseguentemente sono già stati adottati i primi provvedimenti di attuazione:
- Scelta della seconda materia scritta e delle discipline da affidare ai commissari esterni
- Circolare Ministeriale n.5 Prot.n. 425, esplicativa delle nuove norme e delle modalità attuative
Sono giunti al Ministero alcuni quesiti, ai quali verrà data risposta specifica; gli aspetti di maggiore rilevanza saranno ripresi dall'ordinanza ministeriale che conterrà specifiche norme di attuazione.
"Ho colto negli incontri e dalle mail inviatemi qualche preoccupazione e alcuni interrogativi, oltre ad una naturale ansia per il cambiamento, ma una sostanziale condivisione sulla nuova legge da parte della maggioranza degli studenti e dei docenti. Si sono comprese e condivise le finalità della legge: ridare autorevolezza all'esame di Stato per garantire e valorizzare il lavoro svolto dai docenti, l'impegno degli studenti e i sacrifici delle famiglie. Non quindi severità fine a se stessa, ma tutela del valore legale e sostanziale del titolo di studio".

 
 

 

 

Attuazione della Finanziaria

La Finanziaria contiene numerose e complesse norme per quello che riguarda l'istruzione.
Sono stati individuati oltre 50 procedimenti amministrativi e regolamentari per dare attuazione alle suddette norme contenute nei commi 52, 296, 336, 405, 407, 408, 554, dal 602 al 637.
In particolare:
- "capitolone" e nuove modalità di finanziamento delle autonomie scolastiche
- criteri di formazione delle classi e organici del personale docente
- riduzione ore settimanali degli istituti professionali
- piano assunzioni e nuove graduatorie
- Indire/Invalsi/Irre e Agenzia per lo sviluppo dell'autonomia
- obbligo di istruzione ai 16 anni
- edilizia scolastica
- sezioni primavera
- istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS)
- educazione degli adulti (EDA)
"Occorre un grande lavoro di informazione, di formazione e molte norme di attuazione per rendere operative le innovazioni contenute nella Finanziaria. Si tratta di un cammino da compiere progressivamente, passo passo, con una reale partercipazione della scuola, per dare attuazione alle norme di carattere generale - che costituiscono le basi per realizzare la scuola che vogliamo - e alle disposizioni di razionalizzazione finanziaria".

 

 

Valorizzazione dell'istruzione tecnico-professionale

Due sono gli atti normativi riguardanti la scuola approvati dal Consiglio dei Ministri il 25 gennaio 2007:

1) DECRETO LEGGE che contiene norme su:
 
Istituti tecnici e professionali

 

Vengono reintrodotti gli istituti tecnici e professionali nel sistema dell'istruzione secondaria superiore, finalizzati al conseguimento di diplomi professionalizzanti di istruzione secondaria superiore (es. periti industriali, informatici, geometri...); sono stati di conseguenza soppressi i licei tecnologici ed economici.
Le qualifiche professionali triennali che costituiscono, ai sensi del comma 623 della Finanziaria 2007, il traguardo minimo di istruzione che ogni ragazzo deve raggiungere sono definite dalle Regioni in quanto, in base al Titolo V, costituiscono competenza esclusiva regionale. E' auspicabile, per rendere spendibili le qualifiche sull'intero territorio nazionale, la definizione del "repertorio nazionale delle qualifiche" attraverso un'intesa sancita in Conferenza Stato-Regioni.
L'istruzione professionale statale offrirà percorsi professionali triennali e quinquennali, che rilasciano titoli definiti rispettivamente dalle Regioni e dallo Stato (qualifiche e diplomi).

 

 
Poli tecnico-professionali
 
 
Possibilità di istituire, almeno uno in ciascuna provincia, "Poli tecnico-professionali", strutture consortili costituite da diverse componenti: Istituti tecnici e professionali, strutture della formazione professionale accreditate, università, fondazioni ed altri soggetti, quali gli enti locali, che intendono concorrere a un'offerta formativa tecnico-professionale ad alta specializzazione, collegata e a sostegno dello sviluppo economico e produttivo di un territorio.


 

  Norme per agevolare le donazioni alle scuole
 
Dalla dichiarazione dei redditi 2008 (con riferimento all'anno fiscale 2007), le donazioni in favore delle istituzioni scolastiche - finalizzate all'innovazione tecnologica, all'edilizia scolastica e all'ampliamento dell'offerta formativa - fruiscono delle stesse agevolazioni fiscali previste per le donazioni alle fondazioni. Tali sgravi sono applicati alle donazioni effettuate da persone fisiche, giuridiche e associazioni no profit (Onlus). Per evitare che le donazioni costituiscano un elemento di condizionamento sulle scelte della scuola, il ddl prevede che i donanti, con esclusione dei piccoli atti di liberalità, non possano far parte del Consiglio d'Istituto e della Giunta esecutiva.
Al fine di evitare disparità troppo rilevanti tra scuole nel disegno di legge è stato istituito un "fondo perequativo".

 

   
2) DISEGNO DI LEGGE che contiene norme su:
  Ordinamento dell'istruzione tecnico-professionale
 
Appositi regolamenti ministeriali definiranno "il come saranno" gli istituti tecnici e professionali inseriti nell'ordinamento del sistema dell'istruzione secondaria superiore, in riferimento in particolare a:
- riduzione del numero degli attuali indirizzi di studio, per superare l'eccesso di specializzazione e di frammentazione
- definizione di un monte-ore annuale complessivo inferiore a quello attuale, per garantire l'efficacia e la sostenibilità da parte dei ragazzi dei percorsi di istruzione tecnica e professionale
- riorganizzazione delle discipline di insegnamento anche in relazione al potenziamento delle attività laboratoriali, stage e tirocinii
- definizione della scansione temporale dei percorsi di istruzione e dei relativi risultati di apprendimento.

 
  Organi collegiali della scuola
 

Viene attribuita al Ministro della Pubblica Istruzione una delega, da esercitare entro 12 mesi, per la ridefinizione delle funzioni degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche. Ciò si rende opportuno nel contesto di una rafforzata autonomia finanziaria e di elaborazione del piano dell'offerta formativa (POF) delle scuole; nell'ambito dell'attuale organizzazione degli organi collegiali, si introducono alcune norme di rafforzamento delle rispettive compretenze: da un lato, nell'ambito del Consiglio d'Istituto, si valorizza la funzione della Giunta esecutiva, dall'altro, all'interno del Collegio dei Docenti, viene istituito un comitato tecnico-scientifico volto a supportare e ad accompagnare l'attuazione del POF.
Le competenze del consiglio d'istituto e del collegio dei docenti rimangono inalterate; gli organi più ristretti e flessibili (giunta e comitato) concorrono, con il dirigente scolastico, alla gestione e al funzionamento della scuola, in coerenza con le decisioni assunte dai primi.


 

  Istituzione di un fondo perequativo
 
Al fine di evitare che, attraverso le donazioni, alcune scuole si trovino in una condizione di particolare vantaggio rispetto ad altre viene istituito nel Bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione un apposito "Fondo perequativo", con il quale potranno essere assegnate risorse "compensative" alle scuole che non abbiano beneficiato di significative donazioni.

 
  Rinvio di un altro anno per la riforma dei licei
 
L'attuazione del decreto legislativo 226/2005 (riforma della scuola superiore) è rinviata all'anno scolastico 2009/2010; l'organizzazione liceale, quindi, fino a quella data, rimane quella attuale.
Viene, inoltre, prorogata di altri dodici mesi la possibilità di introdurre correttivi, attraverso la procedura del decreto legislativo, al sopracitato decreto.

 

 

 

Verso le nuove indicazioni nazionali
 

Abbiamo condiviso con gran parte del mondo della scuola la valutazione che le attuali indicazioni nazionali - definite dalla stessa legge di riforma "transitorie" - debbano essere profondamente riviste, in quanto troppo dettagliate e specifiche, veri e propri programmi contrastanti con l'autonomia scolastica costituzionalmente garantita, tali da configurare una sorta di "pedagogia di Stato". E' necessario, quindi, rielaborare per la scuola dell'infanzia, elementare e media, e anche per il primo biennio della scuola superiore (3-16 anni) le indicazioni, in un'ottica di curriculo verticale. I riferimenti per la scuola dell'infanzia e per l'elementare ai precedenti programmi sono fondamentali per l'eccellenza a cui hanno condotto questi segmenti dell'istruzione, ma anche questi vanno rivisti nel quadro della autonomia. Un impegno forte di ridefinizione dovrà esssere focalizzato sulla scuola media, in collegamento con il biennio obbligatorio dell'istruzione superiore: una scuola media che non costituisce più un percorso che per alcuni ragazzi poteva essere terminale, ma che è seguita da ulteriori due anni di obbligo.

Le nuove indicazioni avranno, quindi, a riferimento l'autonomia del piano dell'offerta formativa delle scuole e la libertà di insegnamento dei docenti; dovranno indicare gli obiettivi di apprendimento, i livelli essenziali dei saperi e delle competenze che i bambini e i ragazzi dovranno conseguire nelle varie scansioni temporali del percorso scolastico. Quei livelli di apprendimento dovranno essere raggiunti attraverso contenuti disciplinari ritenuti fondamentali e con diversificate metodologie didattiche e diversi percorsi curriculari, costruiti dalle scuole autonome ed evidenziati nei loro POF. A quelle competenze e a quei saperi dovranno essere accompagnati tutti i ragazzi - tutti e non uno di meno - con modalità di insegnamento e di apprendimento (percorsi curriculari) diversificate.

L'elaborazione delle nuove indicazioni verrà condotta per tappe successive: innanzitutto attraverso un documento culturale di impianto complessivo, elaborato da una commissione di esperti (universitari e del mondo della scuola), al quale seguirà un capillare ed ampio processo di concertazione e di definizione dei contenuti delle indicazioni, con la scuola, valorizzandone le migliori e innovative esperienze - con il mondo della cultura, le associazioni disciplinari e le organizzazioni sociali.

 


Il cambiamento "passo passo" con la scuola e per la scuola

È evidente che la metodologia del cambiamento "passo passo", la scelta di non procedere con una riforma ordinamentale organica - a vantaggio dell'efficacia, dei tempi rapidi e della valorizzazione del contributo delle scuole nella definizione di contenuti - presenta il rischio di non evidenziare a sufficienza i valori e gli obiettivi di riferimento, il disegno complessivo entro il quale produrre il cambiamento.
Per questo penso sia utile, ancora una volta, ripercorrere le tappe fondamentali del percorso.

Con la Finanziaria 2007 abbiamo delineato i "paletti normativi" per la scuola che vogliamo, una scuola:
- che include e che non lascia indietro nessuno
- più sicura e di qualità
- più autonoma e legata al territorio
- che valorizza l'istruzione tecnica e professionale
- che utilizza al meglio le risorse

Con il decreto legge del 25 gennaio abbiamo cancellato alcune norme della Legge 53 (la scelta precoce a 13 anni del percorso di istruzione e la liceizzazione di tutta l'offerta scolastica superiore), abbiamo ripristinato gli istituti tecnici e professionali e previsto percorsi di istruizione post diploma alternativi all'università, ad alta specializzazione tecnica (poli tecnico-professionali).

Questi elementi di innovazione sono stati approvati in contestualità con le abrogazioni delle norme non condivise della Legge 53. I passi ulteriori del cambiamento potranno essere effettuati utilizzando il rinvio all'anno scolastico 2009/2010 dell'avvio della riforma della scuola superiore e il prolungamento dei tempi di correzione della normativa vigente.

Vorrei richiamare, infine, il quadro di riferimento normativo e culturale, che costituisce meta e direzione del percorso, entro il quale le singole scelte e provvedimenti assumono il loro significato di azioni coerenti per raggiungere gli obiettivi della nostra azione di cambiamento:
- la Costituzione, nei suoi principi fondamentali
- la Strategia di Lisbona 2000-2010
- il Titolo V della Costituzione
- l'autonomia scolastica