![](../../../../hp-img/logo/tuttoscuola_logo2.gif)
Regno Unito: a scuola fino a 18 anni. Ma nel 2013.
da
Tuttoscuola, 19 gennaio 2007
Alla ricerca di una propria identità politica e
progettuale, che lo faccia uscire dal cono d’ombra della lunga
leadership di Tony Blair, l’attuale cancelliere dello scacchiere
britannico Gordon Brown, eterno candidato a succedergli alla guida del
governo, lancia l’idea di elevare l’obbligo di istruzione e
formazione, come si direbbe in Italia, dagli attuali 16 a 18 anni.
Gli studenti, compiuti i 16 anni, avranno tre possibilità: continuare
a seguire le lezioni tradizionali, seguire un corso di formazione
professionale, oppure entrare nel mondo del lavoro come apprendisti:
un modello di obbligo simile a quello previsto in Italia dalla legge
144 del 1999, rimasta peraltro inattuata.
La riforma, messa allo studio dall’attuale ministro dell’istruzione
Alan Johnson su invito di Brown, partirebbe però solo nel 2013 a causa
dei suoi costi rilevanti, un problema che in Italia sembra essere
stato alquanto sottovalutato sia dai governi di centro-destra che da
quelli di centro-sinistra.
L’innalzamento dell’obbligo è stato messo in cantiere anche per
affrontare il problema della disoccupazione giovanile, assai elevata
nella fascia d’età interessata all’operazione. L’obbligo potrà subire
qualche eccezione per i giovani tra i 16 e i 18 anni che hanno
particolari esigenze di famiglia e per le ragazze-madre. Gli altri
dovranno invece rispettarlo rigorosamente, perché nel Regno Unito le
norme anti-evasione dell’obbligo sono severissime, giungendo a
prevedere l’incriminazione e perfino l’arresto dei genitori che non
tengono sotto controllo l’effettiva frequenza delle lezioni da parte
dei loro figli.
![](../../../../hp-img/su.JPG)