Il 60 per cento della riduzione coinvolge istituti napoletani Gabriele:
intervenga il ministro così non ci resta che chiudere.

Tagli per la finanziaria, restano a casa 1400 prof.

di  Daniela De Crescenzo, da il Mattino del 15/2/2007

 

Docenti sotto la scure del ministero: nel prossimo anno scolastico saranno 1426 i posti in meno nella scuola campana, e, almeno sulla carta, circa il sessanta per cento dei tagli riguarderà gli istituti napoletani. Sarà ora il direttore scolastico regionale a decidere, in collaborazione con i sindacati, la ripartizione dei sacrifici. Un compito che si preannuncia tutt’altro che facile vista la valanga di proteste. Protestano i sindacati, ma scendono in campo anche gli assessori di Provincia e Regione. «Chiediamo un incontro urgente al ministro - spiega l’assesssore Corrado Gabriele - per evitare un’emorragia che significherà meno posti di lavoro, ma anche meno successo formativo e più dispersione. Il governo non può costringerci a chiudere le scuole». E rincara la dose l’assessore provinciale Angela Cortese: «Molti docenti non si vedranno riconfermare la supplenza. Le conseguenze sul dramma occupazione non vanno sottovalutati in una Regione come la nostra dove già la situazione è difficile. E poi più insegnanti significano più qualità. Il ministero ha investito 4 milioni di euro per l’edilizia scolastica e ha finanziato le scuole aperte di pomeriggio: è necessaria la stessa attenzione sulla formazione degli organici. Meglio tagliare sui progetti e limitare gli esoneri ai soli sindacati, che tagliare gli organici». Dal canto loro i segretari dei sindacati confederali Cgil, Franco Buccino, Cisl, Vincenzo Brancaccio, Uil, Franco Pascarella, dello Snals, Salvatore Margiotta e della Gilda, Libero Tassella, hanno subito scritto al ministro Fioroni e impegnato le rispettive segreterie nazionali a una dura azione nei confronti governo. «Non è pensabile - scrivono - che il ministro della pubblica istruzione scenda in Campania e si affanni a trovare risorse economiche per sostenere un progetto per Napoli che tenga le scuole aperte da mattina a sera come presidio forte rispetto ai fenomeni malavitosi, e poi sottrarre risorse umane in una dimensione così marcata a quelle stesse scuole che si vorrebbero mobilitate insieme a tutte le altre sul territorio. Altro che lotta per la legalità nel territorio e per il territorio! Viene forte il dubbio che tutte le iniziative siano di facciata». E il segretario della Cisl Scuola di Napoli, Luigi Bifulco sottolinea: «Gli ultimi dati sulla dispersione a Napoli parlano di 34.535 studenti che, per un motivo o per l’altro non frequentano più le scuole dopo essersi regolarmente iscritti. E ora tra Napoli e provincia perderemo più di 700 posti, facendo crescere ancora più l’esercito di precari, e non garantendo supporti al diritto allo studio». Preoccupato anche il direttore Bottino: «Sicuramente la nuova logica della formazione degli organici provocherà problemi nei rapporti con le parti sociali. È superfluo aggiungere che rappresenterò al mio ministero le difficoltà che dovessi incontrare per assicurare a questa regione quanto è necessario per offrire ai nostri ragazzi il migliore servizio».